Napul'è, mille culure. Certo, come cantava Pino Daniele, Napoli è mille colori, vivi ed intensi sì, ma talvolta anche grigi e spenti. Una metafora che racchiude perfettamente in sè i valori che rappresentano una città, ed in particolare un popolo, ricco di fascino e tradizione che però spesso cade in contraddizioni che ne condizionano umori e giudizi, nella vita di tutti i giorni così come, in piccolo, nel calcio. Da sempre Napoli è piazza umorale, capace di innamorarsi di calciatori e idolatrarli un giorno per poi condannarli e screditarli il mattino dopo.
E' successo spesso in passato, da Altafini a Savoldi, passando per i giorni nostri con Cavani e Lavezzi, amati alla follia prima dell'inevitabile (perché nel calcio è così, giustamente) addio e della redenzione. Dulcis in fundo, per essere coerenti con la propria natura, si è finiti ai giorni d'oggi, dove il protagonista delle polemiche e dei fischi, ingenerosi quanto inutili, è Gonzalo Higuain. Attorno al Pipita sembrava esserci un'aura di fascino che soltanto i più grandi avevano avuto, forse per la sua provenienza, forse perché al suo arrivo dal Real Madrid, la parabola del campione arrivato dalla Spagna ricordava ai tifosi partenopei le gesta di un Campione che in Campania ed a Napoli ha fatto la storia.
Le prime partite sembravano andare in quella direzione. Gol, giocate, assist pregevoli, tocchi di fino ed un dare del tu al pallone che in pochi, in Italia e non solo, possono permettersi. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica ed alle prime difficoltà sopraggiungono mormorii e mal di pancia di una piazza che raramente si accontenta di qualsiasi cosa, figurarsi di un calciatore strapagato che ha i suoi pro ma anche i suoi contro. Higuain trascina il Napoli verso il terzo posto, prima dell'uscita dalla Champions League e delle difficoltà mostrate, fisiologicamente, nelle prime gare di campionato, dove il Pipita resta a secco.
Come nel più classico dei viaggi tra le montagne russe umorali del pubblico partenopeo, Higuain si risolleva, tornando improvvisamente il figliol prodigo che tutti si aspettavano ed a suon di gol riporta a Napoli, grazie ad una sua doppietta, la Supercoppa Italiana. Caroselli ed elogi fanno dimenticare le critiche piovute sul bomber franco argentino. Fino ad una settimana fa. Le semifinali di Europa League rappresentano per Napoli ed il Napoli un appuntamento con la Storia, ed Higuain ha sul destro, sia all'andata che al ritorno, la possibilità di chiudere il discorso qualificazione e mandare il Napoli a Varsavia: Boyko ed un pizzico di malasorte non la pensano allo stesso modo. Risultato? I fischi, impietosi ed ingenerosi.
Napoli ed il Napoli dovrebbero riflettere, molto, sull'accaduto. Oltre ad una opinabile valutazione sul giocatore, ciò che sembra essere sfuggito alla piazza partenopea è il ricordo degli ultimi anni di storia calcistica, non propriamente fatta di successi e bomber invidiabili. L'ennesima dimostrazione che forse non si è pronti a fare l'ultimo passo definitivo verso la maturità e verso la critica costruttiva ed il famoso "spalla a spalla" del quale parlava Rafa Benitez, dove la cultura sportiva, a volte, vale più di tante altre cose e soprattutto delle contraddizioni di un popolo. Benitez ed ora Higuain, Napoli si sveglia e spera di non dover vivere ancora nel ricordo del passato e di infiniti rimpianti.