Un altro week end da favola, con gli azzurri che vivono un periodo magico, conquistando la semifinale di Europa League e arrivando ad un passo dalla “remuntada” in Campionato, 16 reti in 5 partite, 3,2 di media a gara, con un attacco atomico e una forma fisica tornata al top, anzi mai vista prima, segnale evidente di un turn over in stagione praticato con scientifica meticolosità da Benitez e il suo staff.
La Roma e la Lazio perdono rispettivamente 7 e 5 punti su 9 in 3 gare e gli azzurri sfruttano le 3 vittorie consecutive, portandosi a 3 punti dalla Lazio (che mantiene solo 3 lunghezze delle 11 recuperate al Napoli nemmeno un mese fa) e a soli 2 punti dalla Roma, minima distanza dall’inizio del Campionato (il Napoli, tranne le prime giornate era stato massimo a 4 punti dai giallorossi).
I giallorossi sconfitti a Milano con l’Inter, dopo gli scialbi pareggi con Atalanta e Torino, mostrano una forma fisica imbarazzante, confermando un trend negativo e un’involuzione decisiva dall’inizio del girone di ritorno, in cui hanno conquistato miseri 17 punti, frutto di sole 3 vittorie e ben 8 pareggi, oltre a 2 sconfitte. Vincere 3 partite su 13 la dice tutta sul Campionato della Roma, con la squadra che fa solo possesso palla, zero movimento senza palla e cammina, anzi vaga per il campo, fatta eccezione per Nainggolan e per un discreto rendimento difensivo di Manolas. Non ha punte di ruolo, segna pochissimo, 11 reti in 13 gare nel ritorno, quante il Napoli ne ha segnate in pratica nelle ultime 3 gare (3 alla Fiorentina e al Cagliari, 4 alla Samp).
La Lazio, al contrario, ha fatto un girone di ritorno da Scudetto, prima in classifica con 28 punti in 13 gare, ha perso 2 punti importanti contro l’onesto e modesto Chievo all’Olimpico, siglando il primo pareggio casalingo dell’anno e il primo in assoluto del girone di ritorno, considerando anche le trasferte. I bianco-celesti hanno, però, un calendario complicato, con le ultime 4 gare terribili (in casa con l’Inter, poi a Genova con la Samp, il derby e la gara finale al S.Paolo) e hanno pagato (e pagheranno ancora per un pò) le assenze di uomini chiave come De Vrij, Biglia, Parolo (oggi anche Cataldi squalificato e Mauri acciaccato).
Il Napoli arriva alla volata finale in gran forma, come accade sempre alle squadre di Rafa, che evidentemente veniva poco ascoltato quando il suo turn over, sempre oculato e scientifico, veniva criticato dai malpensanti di turno, e che ora consente di arrivare in gran spolvero alle ultime fondamentali battute.
Non solo la forma fisica e psicologica a mille, ma anche l’attacco, come detto, atomico, incontenibile, con Gabbiadini, oggi autore di un gol (in combutta con Viviano) e di un assist al bacio nella perfetta triangolazione con Higuain in occasione della seconda splendida rete del Pipita, e il ritorno di Insigne, valori aggiunti al servizio della squadra, Callejon e Hamsik ritrovati alla causa, supportati da condizione invidiabile, che esalta la loro classe cristallina. Un Pipita supersonico, l’uomo che fa la differenza, che rende più consono alle sue qualità lo score anche in Campionato, a quota 15 e ben 9 assist. Mertens e Zapata, due certezze, con 7 punte di diamante che oscurano e lasciano poco spazio a De Guzman, ormai ai margini del campo, non supportato nemmeno da una forma perfetta.
Insigne è veramente il segno "+" in questo momento, voglioso e perfetto, non sbaglia una giocata, difende , tiene la posizione e illumina, partendo da sinistra. Rafa lo ha fatto crescere con bastone e carota, zittendo anche l’Agente che ora esalta il lavoro dell’allenatore spagnolo, che ha trasformato Lorenzo in un calciatore completo, sicuro, caparbio e anche uomo squadra. Non a caso, un attacco abulico fino a 2 settimane fa, ha ritrovato nuova linfa e acquistato in pericolosità della manovra.
Le sue lacrime, che hanno fatto commuovere anche il Capitano Hamsik (dalla panchina, uomo squadra e professionista eccellente) dopo il magnifico gol del 3-1 a inizio ripresa, sono l’emblema di uno stato d’animo e rendono onore al sacrificio patito dopo l’infortunio, che lo ha fatto crescere molto anche dal punto di vista caratteriale.
La forma fisica coinvolge anche i 4 centrocampisti, oltre i bravi, almeno a a difendere, Lopez e Gargano, dopo la rinascita di Inler, ci sono segnali di risveglio anche da Jorginho, visto attivo e financo pimpante nelle ultime due gare, dopo una stagione intera in meritata naftalina, in cui ha stentato a trovare una forma quantomeno accettabile. Oggi Jorginho ha disputato finalmente una buona gara, supportato da un Lopez in giornata di grazia, addirittura arrivato per ben 4 volte vicino al gol.
La difesa ha subito 2 reti, un'autorete di Albiol arrivata grazie all’ennesima distrazione stagionale di Ghoulam, che non ha letto uno scontato taglio di Eder, facendosi sorprendere alle spalle, difettando in attenzione (e non è certo la prima volta) e una seconda a risultato acquisito, nel finale, grazie a un bolide imparabile di Muriel, insaccato al sette.
Gol subiti a parte, i 4 difensori hanno giocato una buona gara, con Britos che ormai è una certezza e non stupisce più di tanto, sempre attento e risolutivo (che l’avrebbe mai detto), Albiol stakanovista e imprescindibile, tornato su buoni livelli dopo un’annata difficile e deleteria, e Henrique che offre un buon apporto a destra, azzeccando la seconda gara dell’anno, sulle poche disputate.
Due parole vanno spese per Andujar, portiere dal rendimento superiore anche a Pepe Reina, che ha portato sicurezza alla difesa, con prestazioni sempre all’altezza e alcune addirittura esaltanti.
L'obiettivo Champion League è a un passo, i giochi sono riaperti e i 18 punti che mancano nelle ultime 6 gare sono ancora tanti, ma si dovrà andare avanti gara dopo gara, con la convinzione che determinazione e forma fisica potrebbero essere le armi vincenti per chiudere con soddifazione e risultato un Campionato sino a poco fa troppo deludente per essere vero.