In una settimana 10 gol in 3 gare, semifinale di Europa League ipotecata e rincorsa alle posizioni Champions rianimata, con la nascita di nuove speranze, con Roma e Lazio che perdono punti e ci precedono appaiate a 5 lunghezze, ancora molte, ma esigue rispetto ai 21 punti rimasti.
Non ci addentriamo in ipotesi e tabelle sulle prossime sette gare, perchè quel che deve interessare è il rendimento degli azzurri, venuti meno in troppe occasioni in questo Campionato per sognare ad occhi aperti. Ora è il momento della concretezza, della concentrazione, di dimostrare che il risultato finale (l’impresa a questo punto) se dovesse arrivare sarà conquistato a suon di gol e prestazioni vincenti e convincenti, per arrivare in fondo con merito e a giusta ragione.
Gli azzurri, da sempre gruppo fuori dal campo, hanno mostrato unione di intenti sul rettangolo di gioco, con quella cattiveria agonistica e quella determinazione, quell’animo battagliero finalizzato alla vittoria, che troppe volte hanno lasciato da parte, al punto dal far nascere fondati dubbi sulla presenza di una reale unità di intenti per il raggiungimento di un obiettivo, evidentemente troppo lontano per raccogliere e mostrare le giuste tensioni agonistiche.
L’attenzione difensiva (sebbene con qualche pecca indelebile, ma con un Andujar eccezionale), la voglia di Jorginho di dimostrare di non essere tra color che son sospesi, il carattere e il dinamismo di Gargano (nonostante i suoi limiti tecnici e palla al piede), la ritrovata vena di Callejon (ancora in gol, anzi autore di 2, visto quello che ha salvato su M’Poku) e del capitano Hamsik (finalmente con lo spirito giusto per chi indossa con onore la fascia, oggi autore di 2 assist vincenti e di un’altra prestazione super), la classe di un Insigne, al ritorno in campo voglioso di pallone che tratta con sapienza e maestrìa, la voglia di Higuain, punta di diamante e uomo squadra, il sinistro magico di Gabbiadini, l'uomo della provvidenza, senza dimenticare gli spunti di Mertens, la mostruosa fisicità di Zapata ed il suo fiuto del gol e l’attenzione e la grinta di Lopez ed Inler.
Questi gli elementi e le condizioni per continuare la marcia, con la convinzione che mantenendo alta la soglia di attenzione e intensità, con quest’attacco si può compiere qualsiasi impresa, perchè un reparto d’artiglieria così, completato da Gabbiadini e dal ritorno di Lorenzo, nessuno lo possiede in serie A e in poche lo hanno in Europa.
Senza fare calcoli segnaliamo le ultime 4 giornate della Lazio (Inter fuori casa, Samp fuori casa, derby e gara finale al San Paolo) e la condizione atletica della Roma, che cammina da mesi e sembra aver terminato la benzina, fatta eccezione per il pieno fatto con i "benzinai azzurri" e fortunosamente a Cesena.
Del futur non v’è certezza, si vive alla giornata con lo stesso spirito, perchè a meno di non credute “trances”, l'imperativo è vincere tutte le gare di Campionato e Coppa e giocarle come se fossero la finale di un Mondiale, per i due obiettivi stagionali, che se raggiunti consegnerebbero al Napoli lo scettro della migliore annata dell’era De Laurentiis e di dare una grande mano alla crescita del progetto.
Ora testa al Wolfsburg con l’obiettivo semifinale da raggiungere, senza distrazioni sulla prossima avversaria in campionato, la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic: chi era costui? O chi sarà? Questo dipenderà da Rafa Benitez, da un progetto nero su bianco e con un "business plan" chiamato “crescita”, altrimenti il serbo sarà il nuovo allenatore del Napoli.