Tutti conosciamo le metodologie di Rafa Benítez: allenatore sempre calmo e, apparentemente, tranquillo in panchina, che cerca di trasmettere alla sua squadra questa tranquilità. Ai giocatori, mai una critica o una strigliata in pubblico, non di certo ricordando come esempio il confronto di Mihajlovic con Regini alla fine del derby di Genoa. Quindi, una filosofia di difesa e protezione dei suoi giocatori ad oltranza, almeno in pubblico, perchè certe cose si risolvono in privato. L’esempio più clamoroso quest’anno, è stato senza dubbio quando ha gestito la crisi di Rafael. Quando tutti criticavano il brasiliano ex-Santos, l’allenatore spagnolo, educativo come al solito nei confronti dei più giovani diceva: “Tutti possono sbagliare. Solo che quando sbaglia il portiere si vede di più”. Più o meno sono state queste le sue parole. Ma alla fine, Benítez ha scelto di puntare su Andújar. Il momento era delicato, e con la pressione in aumento sulla squadra, ci voleva uno più esperto, più pronto. E ci può stare.
E ora arriviamo al punto principale di questo articolo. Che peso avranno le parole del Presidente )“Napoli è una città piena di distrazioni (..) Il successo deve basarsi sulla disciplina”, ndr) alla fine di Napoli-Lazio? Che peso avranno nei confronti di Rafa Benítez, con il quale ha un appuntamento fra qualche giorno? Che obiettivi sono rimasti a questo Napoli? Ed infine, che influenza potrà avere nelle scelte del tecnico spagnolo?
Benítez è da sempre abituato ad avere un ruolo di manager nelle squadre che allena e questo tipo di interventi da parte dei suoi ex presidenti sono stati praticamente inesistenti in passato. Al di là di ciò che dicono entrambi i protagonisti della contesa, sembra che il feeling tra i due non sia più lo stesso dopo la campagna acquisti della scorsa estate.
Benítez ha sempre rimandato l'appuntamento riguardante il suo rinnovo/non rinnovo, dichiarando che ciò non avrebbe distratto la squadra. Tuttavia, e gli ultimi risultati lo confermano, sembra l'opposto. Questo mese di aprile, oltre ad essere decisivo in campo, lo sarà anche fuori, con l’incontro tra il presidente azzurro e il tecnico spagnolo. Le sensazioni in questo momento sono negative, e il timing di questo ritiro forzato, non avrà contribuito ad un ripensamento. Oltre a questo, con la famiglia fuori dal paese, e senza garanzie di avere una rosa in grado di poter lottare seriamente sia per lo scudetto che per le altre competizioni, le possibilità della permanenza dello spagnolo si riducono drasticamente.
Cosa resta a questo Napoli? La Coppa Italia, così come il Campionato e l’Europa League, era uno degli obiettivi stagionali. Ogni grande squadra europea, non sceglie di dare priorità ad una certa competizione rispetto ad un'altra. Tutte le grandi squadre lottano per tutte le competizioni dove giocano. Benítez ha provato a far diventare il Napoli una grande squadra, cominciando nel cambiare la mentalità, giocando a viso aperto in qualsiasi stadio. Essendo abituato a preparare le sue squadre a giocare ogni 3 giorni, non avrebbe cambiato la sua filosofia. Giusto così. Ma diranno poi che la rosa è corta, limitata, e gli manca qualità. Può essere, ma il fatto è che con Rafa Benítez, tutti i giocatori della rosa vengono considerati opzioni valide, e tutti troveranno il loro spazio.
Con l’uscita della Coppa Italia, sono già 4 le sconfitte nelle ultime 10 partite giocate, e soltanto 2 vittorie contro Trabzonspor e Dinamo Mosca con la differenza di punti per il 3º posto che è aumentata a 8 punti. Una squadra come il Napoli, non potrà cambiare obiettivi ad Aprile, quindi ai giocatori non resta che alzare la testa e provare fino alla fine per arrivare al posto che dà acesso ai play-off di Champions League. In Europa League, c’è poco da dire: l’avversario è il più difficile che poteva capitare ai partenopei, il feeling dei tifosi con questa competizione è molto freddo, il Napoli sembra di non sapere più vincere e la partita si gioca fra 8 giorni. Realisticamente parlando, servirebbe una vera e propria impresa degli azzurri per poter andare avanti in questa competizione.
Riguardo la terza e ultima domanda: che influenza potranno avere le dichiarazioni del Presidente nelle scelte di Benítez, soprattutto quando il momento è già nero e la pressione sia su di sè, che sulla squadra, è al massimo? Elementi più giovani come Rafael e Jorginho, e altri come Henrique e Mesto, ormai sono poco considerati dalla parte dello spagnolo, che dopo avergli concesso qualche chances, non ha ritrovato la risposta che voleva dalla loro parte. Naturalmente, c’è da aspettarsi che il tecnico azzurro punti su elementi più esperti e altri in cui ha più fiducia. Con i ritorni di Insigne e Zuñiga, qualche giocatore oltre ai già citati prima, troverà meno spazio. Potenzialmente, De Guzman e Mertens. Si continuerà a giocare a ogni 3 giorni fino alla fine del mese di aprile, quindi il turnover ovviamente ci sarà, ma non così ampio come in altre volte.
Sintetizzando: Si arriva al decisivo mese di Aprile e quindi non c’è più tempo per gli esperimenti. Tutti i giocatori della rosa hanno avuto le loro opportunità, e come ogni tecnico al mondo, nei momenti più difficili, il tecnico spagnolo si affiderà ai giocatori che più garanzie gli hanno dato in queste ultime due stagioni. Il Napoli vive il momento più delicato della gestione Benítez, e il ritiro forzato non è altro che un segno che le cose vadano tutt’altro che bene. Saranno le ultime partite dello spagnolo a Napoli? Non si sa e non si saprà prima della fine della stagione, come confermato dallo stesso ex manager del Liverpool, che la scorsa settimana ha detto chiaramente che non ci sarà qualsiasi tipo di dichiarazione riguardo il suo futuro dopo l’incontro con il presidente De Laurentiis. Lo spagnolo in questi ultimi mesi non ha più quel trasporto che aveva nel suo primo anno, lo si nota quando parla alla stampa, nelle conferenze post partita. Un chiaro segno di stanchezza. Tuttavia, sia dalla parte di Benítez che per quanto riguarda i giocatori, il “mantra” fino a maggio dovrà essere solo uno: vietato mollare.