"Ho visto che sono uscite queste parole di Dunga. Ne avevo già sentito parlare e qualcuno aveva già detto ai miei agenti che c'era la probabilità che il Brasile mi stava tenendo d'occhio. Ma io non ho avuto voglia di aspettare e non so nemmeno se mi avrebbero chiamato. La mia scelta è stata l’Italia", queste le parole rilasciate da Eder al quotidiano brasiliano Globoesporte. L'attaccante della Sampdoria e della Nazionale sta vivendo un momento fantastico. Trascinatore con i blucerchiati e decisivo con la maglia azzurra.
Eder spiega anche le motivazioni della sua scelta: "Il mio stile di calcio si adatta meglio qui in Italia che in Brasile. Quando torno in Brasile e guardo una partita di campionato, penso che non so se sarei adatto a giocare in un torneo del genere, che è molto meno tattico. Per il mio stile, penso di poter dare molto di più alla Nazionale italiana che al Brasile". "Ho ottenuto la doppia cittadinanza nel 2010 e ho cominciato a credere in una convocazione. Non pensavo che sarebbe successo così presto, ma è successo e sono stato davvero felice, perché fin da bambino conoscevo la storia della Nazionale, grazie a personaggi come Baggio e Totti. L'Italia ha una grande storia, è stata una grande emozione ricevere la convocazione. E i compagni mi hanno subito fatto sentire a casa".
Infine una chiosa sulla solita polemica degli "oriundi": "Il dibattito sugli oriundi? Io ho fiducia di Conte e con i compagni mi trovo benissimo. Questo è un dibattito che non finirà mai. Nell'ultimo Mondiale c'erano quasi 90 oriundi, e parlo di nazionali come la Germania e la Francia. Io sono in Italia da 10 anni, e per questa Nazionale darò sempre il cento per cento. E imparerò l'inno italiano".