Piove sul bagnato in casa rossonera. Il posticipo del Lunedì contro la viola non porta punti, ma “stranamente” evidenzia segnali di ripresa nella squadra rossonera, soprattutto sul piano del gioco. Unica nota positiva, dunque, nella serata storta del Franchi è la voglia con cui i rossoneri scendono in campo, giocando per gran parte del primo tempo alla pari con la Fiorentina, non riuscendo però a sfruttare due ghiotte occasioni capitate ad Honda prima e a Menèz poi. Dopo la traversa di Basanta, però, ancora una volta su azione da fermo, la squadra rossonera da l’impressione di aver avvertito il colpo, a testimonianza della fragilità psicologica dei calciatori, che alla minima difficoltà non riescono a reagire, mostrando ampi limiti di personalità, forse anche per una mentalità trasmessagli dal loro allenatore che, in troppe occasioni, dimostra di aver paura nel gestire le situazioni di vantaggio.
Nemmeno il gol di Destro, ad inizio ripresa, riesce a scuotere una squadra che, come di consueto, dopo aver raggiunto il vantaggio nel miglior momento della viola, smette di giocare, quasi come se staccasse la spina dei suoi interpreti e si consegnasse all’avversario. Troppo facile ribaltare il risultato contro questo Milan, che sciupa l’occasione di portare a casa i 3 punti contro la Fiorentina esattamente come all'andata.
Troppe rimonte subite, troppi punti lasciati per strada. Infatti, se il Milan avesse mantenuto la situazione di vantaggio, in tutte le partite che l’hanno visto segnare per primo, avrebbe oggi ben 21 punti in più in classifica, con la possibilità di lottare addirittura per il secondo posto. Per quanto concerne Inzaghi, la panchina, almeno per il momento, sembra essere “salda”, grazie appunto al gioco espresso in quel di Firenze, che sembrerebbe aver soddisfatto la dirigenza rossonera. I rimpianti, ovviamente, per la partita di ieri rimangono, anzi perseguitano l’allenatore rossonero che fino a 10 minuti dal termine del match pregusta un colpaccio proprio contro il suo amico Montella, una sorta di risposta alle voci che vedono l’allenatore della viola tra i papabili a sostituire l’attuale tecnico piacentino.
Ma proprio sul più bello arriva la solita doccia fredda, prima Rodriguez e poi un ispiratissimo e rivitalizzato Joaquin fanno calare con due precisi colpi di testa, vero e proprio tallone d’Achille della difesa rossonera, il buio sopra Inzaghi. Ennesima sconfitta, che congela quasi definitivamente le ambizioni europee del Milan, consegnandolo per il secondo anno consecutivo ad una stagione di anonimato.