Raggiunto dalla Lazio nello scorso turno, dopo non aver approfittato dei 18 punti persi dalla Roma nelle ultime 12 gare (pur passando da meno 11 a meno 4 dalla seconda posizione), con questa sconfitta il Napoli rischia di scivolare in quarta posizione e trovarsi fuori dalla Champions League, il che sarebbe per la società partenopea un vero e proprio dramma sportivo.

Tutte le avversarie dirette degli azzurri, tra l’altro, non hanno ancora giocato. La Roma affronterà la Sampdoria di Mihailovic all’Olimpico in una situazione psicologica non facile, con un pò di “marette” interne e senza Nainggolan (squalificato), cercando di sconfiggere la pareggite di cui è afflitta, ma non avendo certamente vita facile contro avversari agguerriti e che non lasceranno nulla di intentato. La Fiorentina è attesa in casa contro un Milan atteso ad una prova di orgoglio, mentre la Lazio avrà una non semplice trasferta a Torino, sponda granata, con gli uomini di Ventura che saranno un pò stanchi per il turno infrasettimanale di Coppa e con molte defezioni.

Insomma gli azzurri non hanno da stare allegri, in primis per la prestazione disastrosa e priva di pathos fornita, squadra stanca, sfilacciata e disattenta, che commette i soliti errori difensivi e che non riesce a pungere, con alcuni uomini con rendimento imbarazzante, in tutte le zone del campo.

Inguardabili le prestazioni di Mesto, Britos, Ghoulam, Lopez, De Guzman e Hamsik, maluccio anche Albiol e Andujar, si salvano dalla disfatta solo Inler, buona gara, Zapata e Mertens, quantomeno per l’impegno profuso.

Ma l’aspetto che preoccupa maggiormente è quello del calo psicofisico, con Rafa Benitez che non riesce a tenere alta la tensione con il proliferarsi degli impegni e la squadra che non regge gli impegni ravvicinati dal punto di vista della concentrazione, patendo dei cali di tensione, quelli che non gli permettono il salto di qualità e che li hanno sempre penalizzati in campionato.

Ripetitivi come gli errori difensivi e i gol subiti sempre alla stessa maniera (calci piazzati e ripartenze), come i punti persi con le medio piccole, gli atteggiamenti di questa squadra non sono cambiati e non è un caso che rispetto all’anno scorso le cose non siano migliorate sotto l’aspetto caratteriale e mentale: la rosa non è migliorata qualitativamente, anche se numericamente più ampia (ad eccezione di Gabbiadini) e molti elementi non riescono a garantire lo stesso rendimento di altri, troppi i rincalzi non in grado di conferire lo stesso apporto nell’alternanza dei cambi.

Anzi rispetto alla scorsa stagione l’inizio è stato disastroso complici le scorie del Mondiale e il contraccolpo della prematura esclusione dalla Champions. Mentre l’anno zero di Benitez aveva avuto un inizio entusiasmante e folgorante, ora, invece, si ripete il periodo difficile capitato anche l’anno scorso tra febbraio e marzo, mesi in cui 4 gare di Coppa italia e 4 di Europa League, condizionarono il cammino degli azzurri in campionato, che persero domenica dopo domenica punti preziosi e necessari per agganciare la Roma e il secondo posto, evitando il deleterio preliminare nell’anno del Mondiale.

Arrivarono le sconfitte con Fiorentina, Atalanta (e poi Parma) e i pareggi con Livorno, Genoa, Chievo e Udinese, che condannarono gli azzurri al preliminare, ora le sconfitte di Palermo, Torino e Verona, oltre al pari con l’Inter.

Il Campionato del Napoli si complica, ma resta in corsa e alla fine si tireranno le somme, la convinzione è che gli azzurri si riprenderanno e che disputeranno un finale di stagione in crescendo, come hanno sempre dimostrato le squadre di Benitez, che volano in primavera.

Ma si spera, in casa Napoli, di non arrivare spennati alla fioritura, di tenere dignitosamente il passo in questo momento difficile, per poi cambiare rotta e conquistare la Champions, che è obiettivo vitale per le ambizioni della società e dei tifosi, perchè senza tutto si complica e si complicherà.

Si riparte giovedì dalla qualificazione ai quarti di Europa Legue, anche se con questo Napoli l’unico ostacolo non sarà la Dinamo e il freddo di Mosca, ma un atteggiamento in campo e la tenuta difensiva, veramente poco rassicurante.