"La situazione del Parma condiziona il campionato. Ha saltato due partite e le dovrà recuperare in una data infrasettimanale. Inoltre ho letto che i giocatori sono mesi che non parlano di calcio ma ovviamente di motivi interni. Tutti queste movitazioni non permettono di avere la mente sgombra e qualcuno di loro ha detto già che vuole andarsene. Io resto dell'idea che dobbiamo lavorare nel rispetto delle regole, che debbono essere seguite al cento per cento, e non dare un cattivo esempio come spesso capita in Italia, mettendo una toppa su un canotto con cento buchi. C'è bisogno di scelte coraggiose, anche impopolari, e pazienza che sia coinvolta una società gloriosa come il Parma. Le regole valgono per tutti". Giorgio Lugaresi, presidente del Cesena, commenta così il salvataggio del Parma calcio. Una voce fuori dal coro, non l'unica, visto il confronto in Lega con diversi club contrari al finanziamento in favore dei ducali per salvare la stagione corrente. I 5 milioni scovati da Tavecchio e soci nel fondo multe per consentire ai gialloblu di arrivare fino a giugno scatenano una selva di reazioni, soprattutto da parte di società medio-piccole che vivono sul filo di situazioni finanziarie al limite.
Ieri il ritorno in campo del Parma, dopo la mancata disputa delle partite con Udinese e Genoa, un pari con l'Atalanta del nuovo corso Reja. Zero reti, un pizzico di emozione, nel finale di partita giocatori sotto la curva a ringraziare gli sparuti sostenitori accorsi al Tardini. Un gesto d'affetto della frangia forte del tifo ducale, un segno di vicinanza ai giocatori. Alborghetti, presente allo stadio, assicura Donadoni sulla presenza di liquidi, Manenti resta al coperto in un box, poi scappa via.
Al termine tocca ancora a Lucarelli raccontare il momento, motivare la decisione di tornare in campo “A falsare il campionato non siamo noi giocatori, ma il sistema calcio, che non controlla certe cose e ha falle nel regolamento. Noi ci siamo sfogati in campo, finalmente. Questa squadra ha sempre dimostrato dignità, anche quando non ha giocato. La nostra protesta è per migliorare il sistema. Come il Parma ci sono anche altre squadre terribilmente indebitate. È inutile nascondersi ora. Abbiamo deciso di giocare perché Carlo Tavecchio ci ha dato delle garanzie: ci ha detto che ci sono realmente imprenditori interessati a comprare il titolo sportivo. E poi ci è stato garantito che durante l’esercizio provvisorio saranno pagati tutti gli stipendi, fondamentali per tutte le persone che lavorano ancora oggi per il Parma. Alle nostre spalle ci sono le famiglie dei dipendenti che, attraverso i soldi che arriveranno, potranno pagare le bollette. Noi non ci siamo fatti comprare da nessuno: due stipendi non cambiano la situazione dei calciatori in rosa”.
Fonte dichiarazioni Lugaresi Radio Anch'io Sport, trasmissione in onda su Radio Uno