In una situazione surreale, già scendere in campo è stata una vittoria e una notizia. Aldilà di ogni risultato, il fatto che oggi si sia giocato al Tardini è significativo. Il Parma ha pareggiato per 0-0 con l'Atalanta, ma Donadoni non parla troppo della partita. Ci sono cose più importanti al momento a cui pensare: "Noi lavoriamo per andare in campo la domenica. Ci siamo sempre allenati, anche quando non abbiamo giocato. E’ una situazione paradossale, ma dobbiamo imparare a conviverci sperando che le cose possano migliorare. Oggi siamo scesi in campo convinti che le parole di Tavecchio possano avere un seguito positivo e cercheremo di lottare fino in fondo per questo. I giocatori sono esseri umani, anche loro hanno sensazioni , speranze e aspettative, non sono dei robot che improvvisamente riaccendono l’interruttore dimenticando tutto. Sotto il profilo mentale è un grande sforzo ripartire. Sul campo ci meritavamo qualcosa di più forse, ma già questo è un buon inizio”.
Le parole sono macigni, l'allenatore nativo di Cisano Bergamasco non si risparmia: “Vorrei che fosse tutto finito, ma purtroppo non è così. Per me, per i giocatori e per tutti i collaboratori, è una situazione massacrante. E’ come tirare fuori una goccia di sangue a chi ne ha già versato tanto. Però non mi piace piangermi addosso e credo che questa situazioni ci darà anche qualcosa di positivo, augurandoci che chi di dovere faccia qualcosa. In Italia siamo bravi a mettere sempre delle toppe, ma ormai non basta più. Ho detto ai ragazzi che dobbiamo sentirci noi proprietari di questa società, ne ho sentiti tanti che dicono frasi di circostanza ma poi fanno poco di concreto. Ora è inutile mettere in prigione chi è stato solo accusato ma non stata verificata la colpevolezza. Facile parlare da esterno, chi non vive questa situazione non può capire”.