Parma - Atalanta, al Tardini. Domenica anche la città ducale torna a respirare calcio, lo annuncia Damiano Tommasi, lo conferma Alessandro Lucarelli. Non è una vittoria piena, una scorciatoia forse, per arrivare al termine del campionato e evitare ribaltoni annunciati dai forfait con Udinese e Genoa. Cinque milioni, racimolati dal fondo multe, così la Lega ritarda la soluzione e garantisce il campionato a 20 squadre. Dopo la decisione, la corsa di Tavecchio a Collecchio, il colloquio col Parma e infine la fumata bianca.
Si gioca, ancora non è certa però la continuità, perché ai giocatori l'impronta garantita da Tavecchio e dai vertici del calcio non piace. Nessuna rivoluzione è alle porte, il regolamento, evidentemente insufficiente, regge. Lucarelli chiede una linea guida diversa, per impedire il ripetersi di situazioni similari, soprattutto certezze per chi, lontano dai riflettori, lavora per il Parma.
"Abbiamo deciso di giocare, ma non siamo soddisfatti di quello che ci ha detto Tavecchio anche se ci ha fatto capire che ci darà sostegno. Dispiace che non sia qui Beretta, ci aspettavamo la sua presenza, ma noi andiamo in campo. Cosa non ci ha convinti? Noi vogliamo garanzie al 100% per i dipendenti, ci sono state date ma vogliamo che ci siano i fatti. Vogliamo che cambino anche le regole che hanno permesso di arrivare a tutto questo. La proposta è di 5 milioni ma ci sono altri punti che vogliamo che vengano discussi. Vogliamo garantire i nostri dipendenti, ma anche noi vogliamo quello che ci spetta, anche se questo non è il principale problema. Vogliamo anche garanzie sul futuro, ovviamente. Valuteremo nei prossimi giorni cosa fare, di domenica in domenica".
Concetto anticipato da Tommasi "I ragazzi non hanno visto una grande partecipazione da parte del sistema sulla situazione del Parma. Da parte dei loro è arrivato un gesto di responsabilità e rispetto nei confronti delle altre squadre e delle tifoserie per la regolarità del campionato".
Si naviga a vista, e la meta, ad oggi, non appare all'orizzonte.