Doveva essere la partita della svolta: con la vittoria si sarebbe ricominciato a parlare di scudetto, mentre con una sconfitta sarebbe tornato tutto alla normalità. Ed eccolo il problema fondamentale del Napoli, il motivo per cui non riesce mai a fare quel passo decisivo per diventare a tutti gli effetti una grande squadra: manca equilibrio.

Ieri sera nel match contro la Juve si è denotata a tutti gli effetti questa mancanza. Innanzitutto l'equilibrio è mancato tra i reparti: difesa, centrocampo ed attacco si sono sfilacciati alla prima difficoltà cioè subito dopo la perla di Pogba che ormai ci ha preso gusto nel segnare gol stupendi al Napoli.

Ma da dove nascono questi errori? Partiamo dalla formazione: Benitez schiera gli stessi 11 visti a Doha con l'unica variante di Britos al posto di Ghoulam impegnato in Coppa d'Africa; qui si cela il primo sbaglio in quanto non si poteva pensare che a 20 giorni dalla Supercoppa quegli stessi uomini avrebbero avuto le stesse motivazioni, grinta e determinazione per tener testa ad una Juve che sarebbe scesa in campo con tutt'altra voglia rispetto a quella vista il 22/12.

Infatti la differenza si nota sin da subito con i bianconeri padroni del campo ed il Napoli tutto rintanato dietro a protezione della propria porta. Un atteggiamento quasi da provinciale e non piuttosto da squadra che ha la grande occasione di poter accorciare verso le prime due posizioni di classifica.

La supremazia del team di Allegri non è solo caratteriale ma anche tattica infatti il 4-2-3-1 di Benitez lascia fin troppi spazi ai quattro centrocampisti posti a rombo dalla Juve. Gargano e David Lopez sono buoni centrocampisti di rottura ma possono fare ben poco sugli inserimenti di Vidal, Marchisio e Pogba se non c'è l'aiuto del resto della squadra. Inoltre anche in fase di palleggio la formazione partenopea non riusce mai a servire i 4 davanti con palloni rasoterra, a dimostrazione che nel Napoli manca un play e non sono Jorginho o Inler a poter risolvere la situazione ma ci vuole un giocatore "alla De Rossi" che si posizioni davanti alla difesa e riesca a trasmettere tranquillità ai compagni imbastendo un'azione manovrata.

Le colpe però non sono mai dei singoli giocatori ma sempre del collettivo e questo lo si nota in occasione del gol di Caceres: chi doveva marcarlo? Benitez ci dia una spiegazione.

I problemi non finiscono qui perchè anche in fase offensiva la squadra viene completamente a mancare: De Guzman inesistente; Hamsik come sempre in questa stagione(tranne che in Supercoppa e col Cesena) avulso dal gioco quando in realtà dovrebbe essere il perno intorno al quale ruota la squadra; Callejon fuori fase; Higuain intento più a litigare con Chiellini piuttosto che ad aiutare i compagni; Zapata sull'unica occasione preferisce buttarsi a terra piuttosto che segnare a porta vuota; Gabbiadini non giudicabile; l'unico che prova a dare una scossa è Mertens autore dell'assist nel gol di Britos.

A prescindere dai singoli la manovra è comunque troppo lenta e con una Juve che nel secondo tempo decide di trincerarsi dietro lasciando il pallino del gioco ai padroni di casa, bisogna velocizzare la circolazione del pallone e muoversi di più.

Tutto questo non c'è ed allora le domande sorgono spontanee: qual è il vero Napoli? Quello visto a Doha o quello visto ieri sera al San Paolo? E se quello visto contro i bianconeri è il vero Napoli, vuol dire che si è raggiunto il limite massimo? Questa squadra non è in grado di lottare per lo Scudetto? La sensazione è che se volesse il team azzurro potrebbe tranquillamente tener testa a squadre come Juve e Roma, ma manca la maturità, la continuità, la voglia, l'equilibrio e soprattutto l'esperienza. Sono tutte qualità che si acquisiranno col tempo

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A questo punto non bisogna far altro che rimboccarsi le maniche, preparare al meglio il match contro la Lazio e lottare con tutte le forze per agguantare un 3° posto che non salverà la stagione, ma che almeno garantirà un nuovo preliminare di Champions League, sperando che l'urna possa essere più benevola di quanto non lo sia stata l'estate scorsa.