La Napoli del calcio gira e rigira tra le mani il bilancio relativo al mercato, ma i conti non tornano. Già, non tornano, perché se in dieci lunghi anni la politica del calcio Napoli era stata di crescere “step by step”, un passo alla volta, questa volta, in questa sessione di mercato, il passo sembra sia stato fatto sì, ma indietro.

Non è per i soldi risparmiati da un monte ingaggi cresciuto a dismusura negli ultimi cinque anni. Non è per aver perso un grande leader, tecnico e carismatico, come Reina. A preoccupare e deludere è la gestione della tempistica del mercato e della situazione preliminari – dichiarazioni di vittoria, che hanno fatto male, e tanto, alla piazza partenopea. Quale società vuole puntare allo scudetto senza rinforzarsi in vista di un preliminare cosi importante? Tra entrate e uscite, la squadra di Benitez non sembrerebbe in grado di lottare per lo scudetto, così come spesso aveva ripetuto a Dimaro il presidente De Laurentiis. Un proposito talmente importante che lasciava immaginare una campagna acquisti non roboante, però mirata all'arrivo di uno o due nomi in grado di elevare il tasso di qualità e personalità della rosa. Legate a quelle dichiarazioni, la realtà di una società che si è girata i pollici nell’attesa di pescare dall’urna Champions il Copenaghen di turno. Ed invece, Athletic Bilbao, zero acquisti, e niente musichetta della Champions. Pubblicizzare e sbandierare ai quattro venti acquisti eclatanti ed intenti bellicosi, ha stonato con il deludente finale delle operazioni effettuate. 

Il passo indietro sta nell’affidare i due reparti più importanti della squadra, soprattutto se sono quei reparti che lo scorso anno hanno avuto più lacune, a dei giovani inesperti che ancora devono maturare. Lo scorso anno c’erano due lottatori, due guerrieri come Reina e Behrami. Quest’anno, con tutte le rosee aspettative che accompagnano il giovane e promettente (guai chi non lo pensasse del nuovo numero 1 brasiliano) Rafael e l’altrettanto prospettico Koulibaly, sembra che il passo si sia fatto verso nuove scommesse, come fu per i primi anni del primo ciclo in serie A. Vedi i Lavezzi, i Gargano e lo stesso Hamsik. I tre reparti avrebbero dovuto contare, piuttosto, su dei santoni, dei leader carismatici, che nei momenti di difficoltà dei ragazzi più giovani ed inesperti, avrebbero dato linfa vitale per quanto riguarda fiducia ed esperienza. Ecco, questo manca al Napoli. Perché Albiol, anche lui eccellente nella prima stagione azzurra, ma con qualche pecca qua e la, non sembra avere quelle doti di leader. Perché Higuian, trascinatore encomiabile in campo, non è quel condottiero emotivo di cui necessitava lo spogliatoio azzurro. Tantomeno, il capitano. Hamsik, oltre ad avere problemi di natura tattica, sarà per il ruolo o altro, sembra completamente svuotato, confermando delle lacune di personalità interiori e sembra tutto fuorchè un leader. La figura di Javier Mascherano, soprattutto il Mascherano visto al Mondiale capace di trascinare una nazione intera in finale, pende come una spada di Damocle sulle teste napoletane. 

Ok, alla mancanza di un leader carismatico e di personalità in campo e fuori, si poteva sopperire con degli acquisti mirati, vedi Kramer, ottimo frangiflutti, dinamico e molto molto tecnico, in mezzo al campo. Oppure dare a Koulibaly una spalla più esperta dalla quale imparare. Nemmeno. E’ per questo che il mercato del Napoli, così come è stato impostato e chiuso, sembra avere delle lacune tecniche non indifferenti, che hanno scavato un solco ancora più profondo dei venti punti di distacco che c’erano tra chi ha vinto lo scudetto e la squadra di De Laurentiis. E non solo.

La paura ed il timore più grande sono che il solco e la frattura più dolorosa e significativa si sia aperto tra Benitez e la società. Perdere un maestro di calcio come don Rafè, lui si, leader carismatico e tecnico, vorrebbe dire un altro, pesantissimo, passo indietro. Tra Benitez ed il Napoli ci sono altri 8 mesi di contratto. Poi si vedrà. La speranza ed il futuro, roseo quanche anno fa, sembra vestirsi di un colore leggermente più scuro ed opaco.

Acquisti: Andujar, Koulibaly, David Lopez, De Guzman e Michu. 

Cessioni: Reina, Fernandez, Behrami, Dzemaili, Pandev.