Una sconfitta che fa male. 30 milioni di errori che lasciano riflettere. Il Napoli esce sconfitto per 3-1 dal San Mames e "regala" l'ingresso ai gironi di Champions ai baschi dell'Athletic Bilbao, che ritrovano il grande palcoscenico europeo dopo ben 16 anni. A Napoli adesso vige il malumore generale e una profonda delusione che sfocia nelle contestazioni al Presidente De Laurentiis. Sicuramente una sessione di mercato molto al di sotto delle aspettative: tanti e troppi nomi, trattative estenuanti e nessun colpo di livello. Un mercato alla perenne ricerca di un centrocampista che permetta di fare il salto di qualità alla squadra. Ma perchè aspettare l'esito del preliminare per poi acquistare?  Gli azzurri sono arrivati allo spareggio-Champions con una rosa limitata da giocatori sul piede di partenza e altri non in condizione, a causa del Mondiale disputato con le proprie nazionali. Esiste, poi, una pecca colossale nella gestione del mercato in uscita: la cessione di Valon Behrami. Non si può pensare di cedere un giocatore senza avere la certezza di rimpiazzarlo come dovere, soprattutto se si tratta di una zona di campo dove il Napoli ha un'enorme lacuna. Rafa Benitez ha lasciato un po' tutti interdetti con le sue dichiarazioni prepartita. Il tecnico azzurro non ha saputo imprimere ai suoi giocatori la cattiveria giusta per affrontare una gara così delicata, limitando anche le loro responsabilità su un'eventuale eliminazione. Dopo il gol del vantaggio di Hamsik, gli azzurri si sono completamente sciolti risultando scialbi ed irritanti, soprattutto nelle occasioni dei gol dell'Athletic. Errori, anzi orrori difensivi, indivuali e di reparto, che hanno permesso ai baschi di segnare due gol facili facili. Non importa se il terzo gol del Bilbao che ha spento ogni speranza fosse in fuorigioco. Il Napoli ha dimostrato di non avere la giusta determinazione che fa la differenza in queste gara da dentro o fuori. Poi c'è un quesito che attanaglia un pò tutti i tifosi partenopei: perchè Gargano, dato per partente, titolare al posto dell'incedibile Inler? Senza nulla togliere al Mota che ha lottato e si è fatto valere in entrambe le partite, ma forse lo svizzero avrebbe assicurato quella geometria di gioco che avrebbe permesso al Napoli di controllare un po' di più il possesso palla e ad avere anche una soluzione in più sulle verticalizzazioni, che sono evidentemente mancate. Benitez si è giustificato dicendo che chi è sceso in campo era più in condizione degli altri, ma anche lo stesso Jorginho non è apparso in gran forma. Inconcepibile è invece la sostituzione di Hamsik, che tra i tre dietro Higuain sembrava quello più in palla, soprattutto dopo aver ritrovato il gol. Sembra quasi che Callejon, apparso inefficiente in fase offensiva e difensiva, sia il figlio della gallina bianca e lo slovacco la vittima sacrificale per far posto ad un evanescente Insigne. Adesso si spera che questa cocente eliminazione non si ripercuota sull'imminente inizio di campionato e ci si augura che ogni giocatore scelto da Benitez, scenda in campo con la stessa grinta che ha mostrato il Pipita Higuain o lo stesso Duvan Zapata, al di là dei suoi limiti tecnici. Ma Athletic Bilbao- Napoli è anche l'ennesima sconfitta di tutto il calcio italiano. Resta da capire perchè il campionato italiano debba iniziare con settimane di ritardo rispetto agli altri campionati europei.Ogni anno ci si trova ad affrontare un preliminare, di Champions o di Europa League che sia, in ritardo di condizione rispetto alle avversarie e questo è uno dei motivi per cui l'Italia perde punti nel Ranking Uefa, che ci permettono di avere solo tre piazzamenti Champions, come il modesto campionato portoghese. Il calcio italiano non può permettersi di non adeguarsi agli altri maggiori campionati, quelli che giocano anche a Natale per intenderci. C'è bisogno di una pianificazione e di una rivoluzione seria e graduale che permetta al calcio nostrano di ritrovare almeno i quattro piazzamenti per la Champions League e a provare a ritornare  ad essere competiti con tutti gli altri maggiori campionati europei, sotto il profilo economico e di appeal, non sottovalutando la disastrosa arretratezza in cui versano gli stadi italiani. Speriamo che Tavecchio prenda in seria considerazione queste problematiche e che il calcio italiano riprenda la sua giusta dimensione nel panorama europeo.