Un Massimiliano Allegri deluso e sconsolato fatica a trovare le motivazioni di questo ennesimo scivolone del Milan, che, pur essendo passato in vantaggio dopo pochissimi minuti, è riuscito a compiere un vero e proprio harakiri, facendosi rimontare e superare da un Sassuolo trascinato da uno strepitoso Berardi. Per il mister rossonero, la panchina pare essere estremamente in discussione: per ora non c'è nulla di certo e la società ha deciso di riflettere sulla sua posizione, per poi esprimersi ufficialmente nella mattinata di lunedì.
L'allenatore rossonero, a fine gara, non può far altro che riconoscere gli errori commessi, ribadendo il bisogno di lavorare duramente: «È stata una partita molto strana; siamo andati subito in vantaggio, ritrovandoci sul 2 a 0, dopo pochi minuti. Da quel momento, però, c'è stato un grave calo di tensione, con diversi errori dei singoli, soprattutto nella fase difensiva. Non si possono segnare tre gol ed incassarne 4 e, soprattutto, abbiamo subito gol uguali, nella stessa sequenza»
La classifica, alla fine del girone d'andata, è disastrosa: «Questa era una partita molto importante per noi: non è andata bene, non è assolutamente andata come volevamo. La classifica non fa paura, ma bisogna dimostrare una diversa concentrazione; dobbiamo iniziare a fare risultati diversi: basti pensare che non siamo mai riusciti a fare due vittorie consecutive. Al momento sappiamo che la rimonta è estremamente difficile: la strada più semplice per andare in Europa è, ora, la Coppa Italia».
Il tormentone ricorrente, dopo quest'opaca prestazione, pare essere quello dei cali di tensione del diavolo: «Su questi cali ci abbiamo lavorato e ci continuiamo a lavorare: alcune partite sono andate bene, ma altre, come questa sera, no. In alcuni momenti, soprattutto quando siamo in vantaggio, manchiamo di concentrazione, probabilmente per tanti fattori diversi, sia di squadra, sia individuali. Questa sera, dovevamo gestire meglio la partita: non si possono prendere dei gol così».
Nonostante i risultati negativi, Allegri non vuole addossare le colpe allle scelte di mercato estive, soprattutto all'acquisto di Alessandro Matri: «Matri è stato scelto perchè dovevamo sostituire Pazzini, che si era infortunato; avevamo bisogno di una prima punta e l'abbiamo presa. La società ha sempre fatto il possibile e si meriterebbe una posizione di classifica migliore: non possiamo fare altro che rimboccarci le maniche e rimetterci al lavoro».
Infine, ecco che l'allenatore milanista parla della sua delicata posizione: già da tempo, infatti, ha confermato che lascerà la panchina rossonera a giugno, ma, visti i risultati, la società potrebbe anticipare l'addio: «Io sono sereno, ho sempre lavorato per il bene del Milan e dei giocatori, ma, nel calcio, ci sono anche annate che non vanno bene. Ho dichiarato che sarà l'ultimo anno qui, ma solo perchè era il segreto di Pulcinella; per il resto, sarà la società a decidere».