Questa volta sembrava davvero finita. La notizia delle dimissioni di Adriano Galliani ha scosso la mattinata di ieri. “Mi dimetto per giusta causa fra pochi giorni. Ho subito un grave danno alla mia reputazione”, diceva così lo storico amministratore delegato di casa Milan. Nel giro di pochi attimi la notizia ha fatto il giro del mondo, dividendo da subito l'opinione comune. Per Galliani sembrava davvero essere calato il sipario dopo 27 lunghi anni in rossonero. E invece no.

Il presidente del Milan Silvio Berlusconi ieri sera ha convocato quel che sembrava l’ormai ex AD rossonero ad Arcore per cercare una mediazione. In ballo c’era la data dell’addio definitivo, annunciata prima per il dopo-Ajax e successivamente posticipata a Natale, e la questione legata alla buonuscita. Così, almeno, si pensava. Questa mattina il presidente era atteso a Milanello e nonostante il maltempo abbia impedito il suo arrivo è arrivata a ciel sereno una dichiarazione all’Ansa: “Adriano Galliani resta al suo posto!”. L’agenzia, battuta alle h13:33, è l’ennesimo ribaltone in quel che ormai è diventata una telenovela rossonera.

“Al Milan è ritornata la serenità. Adriano Galliani resta al suo posto”, con queste due frasi il presidente Berlusconi ha preso in mano le redini della situazione. Lo strappo sembra cucito, la frattura ricomposta. Sono attese a breve altre dichiarazioni del presidente, di Galliani o, chissà, di Barbara Berlusconi, etichettata da tutti come la causa di quel che sembrava il definitivo divorzio tra Galliani e il club. Intanto una sola certezza, 28 trofei vinti in 27 anni di amministrazione erano forse troppi per chiuderla così, senza eleganza, per dirla alla Galliani.