Ha ragione Benitez quando dice che il suo Napoli è ancora al 75%. Una squadra che sbanda nei primi quindici minuti nelle sfide più importanti di questa stagione non può ritenersi al top. Molto probabilmente quel 25% che manca è il carattere di un gruppo che non riesce ad essere all’altezza di certi eventi. Quando si tratta di cacciare gli attributi qualcuno viene meno e gli avversari ne approfittano. Il Napoli quest’anno ha sbagliato tre gare clou.

Tre sconfitte in sedici gare, tra campionato e Champions League, possono anche ritenersi fisiologiche se inquadrate in una certa ottica: cambio di guida tecnica, nuovo sistema di gioco, organico rivoltato. Ma è il modo in cui sono scaturite ed al cospetto di quali avversari che inducono a riflettere. Il Napoli è crollato quando ha dovuto misurarsi con squadre forti ed ambiziose (Roma, Juve e Arsenal) denotando limiti tecnici e caratteriali. Ed anche scarso assortimento dell’organico. Se Benitez s’aspettava verifiche importanti prima di procedere con la richiesta di rinforzi a gennaio, le ha avute. La squadra fatica ad arginare gli assalti, pur con le attenuanti di assenze quali Zuniga, Britos e Mesto. Non riesce a pungere in attacco quando trova varchi ostruiti per vie centrali ed avversari che provvedono a chiudere sugli esterni con una linea a cinque. Questo Napoli avrebbe bisogno di aumentare la cifra tecnica complessiva dell’organico ed anche una certa fisicità. Senza per questo disconoscere quanto di positivo ha mostrato in questo avvio di stagione: quattro vittorie in trasferta in campionato e tre su quattro in Champions tra cui il successo a spese del Borussia Dortumund, vice campione d’Europa.



Stranamente, la difesa che così bene aveva retto in altri confronti, tanto da diventare una delle migliori del campionato, nelle tre sconfitte subite ha mostrato qualche crepa di troppo. Forse sarebbe più corretto parlare di fase difensiva nel suo complesso che di un unico reparto. Cinque gol incassati tra Roma e Juventus, due dall’Arsenal. Ma anche in altre partite, il Napoli aveva subito oltre il lecito senza mostrare compattezza e solidità nel reparto arretrato: a Firenze, ad esempio; o in casa con Catania e a Marsiglia. Qualcosa va registrato è innegabile. E le assenze di Zuniga, Britos e Mesto, peraltro concomitanti, si fanno sentire. Per non citare la scarsa attenzione nelle chiusure da parte di Pablo Armero. L’arrivo del francese Reveillere, intanto, potrà quantomeno tamponare l’emergenza. Ma anche a Torino con la Juve è apparso evidente quanto non bastino Behrami ed Inler ad impedire che l’avversario prenda il sopravvento a centrocampo e costringa il Napoli ad abbassare il proprio baricentro per non subire. Inconvenienti che Benitez ha cercato di ovviare chiedendo a Callejon ed Hamsik un certo lavoro di raccordo che il primo ha svolto con diligenza fino ad esaurire le proprie energie ed il secondo, invece, non ancora. E spesso Reina si è trovato a compiere interventi miracolosi per evitare passivi più pesanti.

In seguito alla partita contro la Juventus comunque a Napoli è finito sul banco degli imputati anche Marek Hamsik. Qualcuno inizia a criticare il suo carattere, gelido con le piccole, timido con le grandi. L'ultimo gol contro una big risale ad ottobre del 2011 contro in casa contro l'Inter, 25 mesi fa. Senza contare il fatto che lo slovacco non ha mai segnato una rete contro una grande del nostro campionato lontano dalle mura del San Paolo. Benitez sta cercando di farlo uscire da questa crisi, schierandolo senza obblighi precisi, ma solo con il compito di inventare e costruire gioco. Ora anche i tifosi napoletani si chiedono se il vero Hamsik è quello dello Juventus Stadium o quello che trascina la squadra alla vittoria. Il rientro dopo la pausa per le Nazionali sarà fondamentale, e Hamsik sarà uno degli osservati speciali della banda di Benitez. Lo slovacco lo sa molto bene e per questo ha chiesto e ottenuto il lasciapassare per non presentarsi alla seconda amichevole della Slovacchia dopo la bella prova con la Polonia. Già nella giornata di domani Marekiaro sarà a Castel Volturno dove ricomincerà ad allenarsi con qualche giorno di anticipo rispetto ai suoi compagni ancora impegnati con le rispettive nazionali in vista del tour de force che attende i partenopei da qui a dicembre. Benitez comunque per ovviare alle opache prestazioni dello slovacco starebbe pensando di cambiare modulo e tornare al 4-3-3 per permettere ad Hamsik, elemento chiave della formazione azzurra, di fare quello che meglio sa fare, ovvero il centrocampista puro.



In attesa della ripresa del campionato, sabato sera, e degli impegni fondamentali in Champions, i tifosi napoletani posso dormire sonni tranquilli. De Laurentiis ha messo sul piatto 40 milioni di euro per rendere il Napoli ancora più forte e Bigon con tutta la dirigenza al seguito si sta muovendo per esaudire i desideri di Benitez. Un gesto quello del patron azzurro che ha molta importanza e rivela che più di tutto il Napoli vuole colmare le sue lacune, ricucire lo strappo in campionato e vincere. Il gesto di De Laurentiis serve sopra ogni cosa a dire che la sua squadra non ci starà a fare da comparsa o a giocare il ruolo dell'eterna seconda in questa stagione. Quando il gioco si farà duro, il Napoli vorrà giocarsela sul serio. Questo il monito della società partenopea.