Mentre ci si affretta nel far nomi fantasiosi o si è presi dal tourbillon d’improbabili trattative, si rischia di dimenticare che molti sono gli affari già conclusi da tempo. L’Udinese è maestra nell’ambito della programmazione e, forte della linea verde che congiunge il capoluogo friulano al Sudamerica, si è assicurata le prestazioni di Jadson, centrocampista classe 1993 proveniente dal Botafogo.
Nonostante la giovane età, in patria è già una stella: anche lui fa parte della foltissima (e fortissima) schiera di ventenni sfornati dal Brasile. Ricopre il ruolo ed ha le caratteristiche del più celebre connazionale Paulinho, giocatore ambito dai maggiori club europei. È il classico volante carioca: un mediano tutta spinta e grinta che, però, sa distinguersi sia in fase d’interdizione che d’impostazione.
I tifosi del “Fogão” lo hanno adorato sin da subito. Viene notato da Oswaldo Oliveira, allenatore della prima squadra, mentre il suo talento matura nella prestigiosa scuola della Estrela Solitaria. Tant’è che il tecnico lo fa debuttare in Copa del Rio e, approfittando dell’infortunio del titolare Marcelo Mattos, lo schiera anche nel match di campionato con il San Paolo.
L’ottima prestazione gli vale la conferma nell’undici titolare: la sua tenacia viene premiata con trentadue presenze nel torneo, costellate da cinque reti. Una stagione indimenticabile, al termine della quale si aggiudica anche il primo titolo: la Taça Guanabara.
Il suo acquisto potrebbe essere definito come quello di un “Paulinho low-cost”: il suo cartellino è costato “solo” due milioni e mezzo di euro. Tuttavia, gli ampi margini di miglioramento ed una base qualitativa già molto alta fanno pensare che l’Udinese abbia fra le mani un diamante grezzo che attende solo d’esser raffinato.
Il club friulano ha chiuso l’affare sin dallo scorso marzo, affrettandosi non poco per strapparlo alla concorrenza. Il blitz oltreoceano è valsa la sua firma su un contratto quinquennale ed ha scatenato le ire della torcida del O Glorioso per la vendita “sbrigativa” del mediano.
Tatticamente deve ancora migliorarsi, ma ha trovato la sua dimensione davanti alla difesa anche grazie alla sua precisione nell’impostazione del gioco. È veloce nello stretto e sa calciar bene sia di destro che di sinistro. Il dinamismo è il suo punto di forza: corre per tutta la partita e non si stanca mai, riuscendo di conseguenza a non perdere qualità e lucidità. È in Friuli per esplodere e chissà che fra qualche anno il mediano ventenne se la debba vedere proprio contro Paulinho su qualche prestigioso palcoscenico.