Il Milan ai Milanisti è uno slogan molto apprezzato dalle parti di Via Turati: il Milan infatti si è dimostrato nel corso degli anni un club particolare, diverso da molti altri per modello di impostazione, e con il passare del tempo i vertici societari hanno convenuto che solo chi ha avuto la maglia del Milan tatuata addosso, che ha già respirato l'aria di Milanello, è in grado di capirne tutte le pieghe e interpretare al meglio il ruolo di condottiero della truppa rossonera. O più semplicemente, il profilo del grande ex calciatore reincarna una mentalità già portata alla vittoria e che sa cosa vuol dire vivere l'atmosfera di certi incontri magici, tanto cari all'ambiente rossonero.
Ecco perchè, nella sua recente storia, Silvio Berlusconi ha infranto la sua personalissima regola solamente in quattro occasioni: con Alberto Zaccheroni, con Fatih Terim, con Oscar Tabarez e con l'attuale allenatore rossonero, Massimiliano Allegri. In due casi il tentativo portò a due grossi fallimenti, mentre nei casi di Zaccheroni e Allegri l'azzardo ha fruttato due scudetti al Diavolo, ma anche un rapporto pieno di incomprensioni con il Presidente Berlusconi, che nel caso di Zaccheroni si tradusse in una separazione abbastanza burrascosa.
La storia sembra ripetersi anche in questi mesi con Massimiliano Allegri; nonostante la vittoria dello scudetto due stagioni fa ed un alacre lavoro con una squadra da assemblare da zero dopo le cessioni estive di Ibrahimovic e Thiago Silva, il tecnico livornese non riesce a far scoccare la scintilla negli occhi del proprio presidente, che sembra orientato a ritornare sulla strada maestra del Milan ai Milanisti. La rosa dei possibili pretendenti al trono è ampia e variegata: si passa da motivatori a tattici, da tecnici con esperienza fino a calciatori che non hanno ancora appeso le scarpette al chiodo. Oguno di questi nomi però presenta al momento attuale delle controindicazioni che potrebbero indurre il presidente ad aspettare ancora un anno prima di portare a termine il proprio progetto. Una cosa però è certa: il nome del successore di Massimiliano Allegri uscirà da questa rosa, che sia questa estate o che sia tra un anno il momento dell'avvicendamento.
Roberto Donadoni
Allievo di Fabio Capello di cui condivide i dogmi tattici, ovvero attenzione difensiva e centrocampo piuttosto abbottonato, è probabilmente il tecnico che ha accumulato maggiore esperienza in panchina. Tra le altre, ha guidato Livorno, Napoli e la nazionale italiana con fortune alterne e ora siede sulla panchina del Parma. Di lui si apprezza sicuramente l'esperienza e l'aplomb che da sempre viene richiesto a chi deve sedere sulla panchina del Meazza, ma non convince del tutto sotto il profilo carismatico: dalle parti di Via Turati ricordano infatti la sfortunata esperienza di Napoli, quando Donadoni non riuscì ad infondere nella squadra le giuste motivazioni che trovò poco dopo sotto la guida di Mazzarri.
Marco Van Basten
Senza dubbio il nome che rievoca le maggiori suggestioni nella mente dei tifosi. Il cigno di Utrecht però non sta avendo, seduto in panchina, la stessa sfavillante carriera che ha avuto in mezzo al terreno di gioco. Al di là di una prima esperienza, tutto sommato positiva, alla guida della nazionale olandese, Van Basten non è riuscito a ripetersi alla guida di un club: le esperienze alla guida dell'Ajax e dell'Hereenven non sono infatti esaltanti dal punto di vista dei risultati.
Filippo Inzaghi
Il grande idolo della curva rossonera negli ultimi anni ha iniziato a muovere i primi passi da allenatore proprio in questa stagione, alla guida degli allievi rossoneri. I primi riscontri sono senza dubbio incoraggianti, ma la prudenza consiglia di andare per gradi: molto probabilmente per superpippo l'anno prossimo ci sarà la panchina della primavera, a meno che l'estro del presidente Berlusconi non lo induca ad accettare il doppio salto.
Gennaro Gattuso e Mark Van Bommel
Mediani rocciosi e uomini carismatici sul campo, Berlusconi potrebbe scegliere tra uno di questi due nomi in caso decidesse di affidare la panchina ad un forte motivatore. Entrambi si stanno godendo la loro ultima carriera da professionisti e a Giugno dovrebbero ritirarsi dal calcio giocato: Gattuso ha anche già iniziato a muovere i primi passi nell'area tecnica, ricoprendo il doppio ruolo di calciatore-allenatore nel Sion.
Clarence Seedorf
Abbiamo lasciato per ultimo il nome dell'olandese originario del Suriname perchè è senza dubbio lui il preferito da Berlusconi: Poliglotta (parla cinque lingue), grande carisma, mentalità imprenditoriale (ha gestito una scuderia motociclistica, la Valsir, collabora con il Times per una rubrica mensile, ha fondato un'associazione umanitaria) e vero e proprio Mister Champions: è infatti l'unico calciatore ad aver vinto fino ad oggi la Coppa quattro volte con tre squadre differenti. Una personalità forte, forse anche troppo per una panchina da sempre soggetta ad ingerenze societarie: il problema vero però è che Clarence sta vivendo l'ennesima stagione da protagonista sul campo con la maglia del Botafogo e nessuno sa quando deciderà di smettere di sorprendere sul campo.