"È un pensiero che ho da un po' di tempo". Cristiano Ronaldo ha detto tante cose dopo aver festeggiato la vittoria della quinta Champions League in carriera ieri sera, con il Liverpool battuto per 3-1 in una finale in cui lui ad onor del vero non ha brillato. La cosa più importante però è il concetto che ha espresso: per la prima volta, il portoghese si è sbilanciato negativamente nei confronti della sua permanenza al Real Madrid, e lo ha fatto in pubblico. Anzi ha fatto capire che questo pensiero non è cosa nuova per lui; piuttosto, è il frutto di alcuni eventi successi negli ultimi mesi su cui vale la pena soffermarsi per fare un po' di chiarezza. Se stessimo parlando di un calciatore importante - ma importante nella propria "normalità" - oggi sarebbe il giorno in cui s'inizierebbero a fare le ipotesi di una partenza da dare per scontata, dopo delle parole così nette. Ma visto che stiamo parlando di uno degli attaccanti più decisivi della storia, bisogna soffermarsi un po' di più sulle dinamiche di un suo possibile trasferimento.

Tutte le persone legate in qualche modo ai Galacticos vogliono che CR7 rimanga, è ovvio. Il problema è quindi arrivare alla base di questi malumori del ragazzo, capendo la sua prospettiva, ed eliminare tutto ciò che non è utile in questo discorso. Diverse fonti spagnole oggi ci svelano dei retroscena sulla vicenda, più o meno credibili, uniti dal filo conduttore della volontà iniziale dell'ex Manchester United di diventare il più pagato del mondo. A quanto pare anzi a dicembre scorso la situazione era arrivata ad essere quasi compromessa, dopo che Florentino Perez aveva proposto di portare l'ingaggio della propria stella fino a 32 milioni di euro netti a stagione, cifra che lo avrebbe confermato al terzo posto nella classifica europea calcistica degli stipendi, dietro a Messi e Neymar. Poi a quanto pare una promessa diversa in aprile avrebbe appianato la situazione, prima che tornasse tensione a Madrid dopo le dichiarazioni di ieri, segnate pesantemente dalla frase "È stato - "Fue" in lingua originale - bello giocare nel Real".

Forse l'effetto che Cristiano sperava di ottenere era proprio questo. Spaventare la dirigenza Blanca, cercando di facilitare - per sè, almeno - le trattative per il rinnovo. Una provocazione a ricordare che il 7 va accontentato prima di tutti gli altri: questa al momento pare essere la lettura più realistica. Anche perchè ad oggi ipotizzare una partenza di Ronaldo è molto difficile, visto che solo il Paris Saint-Germain potrebbe essere in tutti i sensi una pretendente credibile - ed anche Al-Khelaifi dovrebbe fare i conti con diverse cessioni importanti prima di poter investire quella che diventerebbe la cifra necessaria. Ma comunque al momento siamo nell'ambito della fantasia più pura; anche in un'ottica programmatica, ci riferiremmo ad un trasferimento da tanti, tantissimi milioni per un 33enne. Un 33enne alieno, ma pur sempre un 33enne.

Facile dunque che dopo la bufera di questi giorni le cose si plachino. Il giocatore ha detto che chiarirà le cose in ritiro con la propria Nazionale, in vista del Mondiale. Nel mentre le parti in causa si aggiorneranno, lo possiamo dire con una certezza pressoché pura. Dalla dirigenza Merengue sicuramente ora, a Champions vinta, c'è da aspettarsi un'offerta che anche se di poco dovrebbe accontentare la volontà del Pallone d'Oro di cui sopra (portandolo a guadagnare più o meno 41 milioni netti annui). Anche Zinedine Zidane entrerà in gioco, chissà però in quale veste. Il francese potrebbe ad esempio anche pensare, al terzo anno consecutivo sul tetto d'Europa, che forse un po' di rinnovamento potrebbe fare bene alla squadra, magari mettendo Gareth Bale al centro del villaggio. Dovessero porsi condizioni del genere, allora si prospetterebbero davvero tutte le condizioni per una nuova incredibile storia di calciomercato. Ma prima di allora, stiamo parlando soltanto di fumo.