Ci pensa ancora Cristiano Ronaldo a far uscire il Real Madrid dalle secche di questo 2018. Dopo essere stato decisivo in Champions League e tornato al gol con la solita impressionante frequenza, il fuoriclasse portoghese ha deciso anche la sfida di ieri a Ipurua, contro un Eibar ben organizzato e mai domo, piegato per 2-1 sul campo di casa. La doppietta di CR7 consente ora ai merengues di mantenere il terzo posto in classifica, a 57 punti, con un punto di vantaggio sul Valencia quarto e dodici sul Siviglia quinto.
I gol di Ronaldo diventano dunque utilissimi a nascondere le difficoltà di un Madrid sceso in campo con estrema sufficienza a Ipurua, assediato per la prima mezz'ora di gara dall'Eibar di Mendilibar. Eppure Zinedine Zidane aveva schierato una delle migliori formazioni possibili, rilanciando Toni Kroos e Luka Modric a centrocampo ai lati di Casemiro, confermando Marcelo al rientro dall'infortunio in una difesa piena di titolari. Isco trequartista e Gareth Bale di punta per completare un once a cui mancava il solo Benzema per definirsi "de Cardiff". L'atteggiamento della Casa Blanca è stato però superficiale: tanti i palloni persi o buttati via in uscita sul pressing dei baschi, pericolosi sull'out di destra grazie all'accoppiata formata da Ander Capa e dall'ex Pedro Leòn, con Kike Garcia unica punta e Joan Jordan centrocampista di inserimento. Per la maggior parte del primo tempo il Real ha sbandato vistosamente, aggrappandosi agli interventi di Keylor Navas e sperando nell'imprecisione realizzativa degli avversari. Male Kroos, ancora fuori condizione, molto meglio Luka Modric: il croato ha abbinato qualità e quantità, riuscendo anche a intercettare la palla sbagliata da Arbilla al 32'. E' nato qui il gol dell'uno a zero, grazie a un colpo d'esterno incantevole del numero dieci del Madrid, che ha servito Ronaldo, abile a controllare e freddare Dmitrovic e tutto Ipurua, per un vantaggio inatteso per come si era messa la gara. Un Gareth Bale a tratti volenteroso si è visto poco da prima (o seconda) punta, mentre le uniche occasioni merengues sono capitate a CR7, vicino alla doppietta prima dell'intervallo, stoppato da una gran parata del portiere avversario. Il primo tempo ha così detto bene al Madrid, che aveva dovuto rinunciare a Raphael Varane per un colpo subito su corner, sostituito dal solito Nacho.
La lezione dei primi quarantacinque minuti non è però servita al Real, nuovamente in difficoltà sul pressing alto dell'Eibar in apertura di ripresa. Un forcing che ha consentito ai baschi di trovare il gol del pareggio con Ivan Ramis, perso da Sergio Ramos su calcio d'angolo, e implacabile nel sentenziare Navas con una zuccata potente e precisa. La rete subita è sembrata a lungo condannare la Casa Blanca al pareggio, anche perchè i ritmi lenti di Kroos, la giornata storta di Marcelo e di Isco (ancora in fase involutiva, sia da trequartista che da esterno sinistro), non hanno aiutato gli ospiti a costruire una manovra fluida. Graziati da Kike Garcia, i merengues si sono affidati a giocate estemporanee, come i lampi di Luka Modric (slalom speciale con destro fuori di poco), di Ronaldo (a colpo sicuro su assist di Bale, respinta di Dmitrovic) e di Bale, sempre pericoloso di testa, ma poco propenso a muoversi per la squadra. Ecco perchè Zidane ha compreso di dover modificare assetto tattico, tornando al 4-4-2 di Parigi, con Lucas Vazquez esterno destro per Isco e Karim Benzema al fianco di Cristiano. Modric si è stretto vicino a Casemiro, Bale ha arretrato la sua posizione come ala destra, e il Real ha provato il serrate finale, riuscendo ad agguantare i tre punti ancora grazie a Ronaldo, sbucato perfettamente tra i centrali difensivi avversari su cross calibrato alla perfezione da Dani Carvajal. Tanto è bastato al Madrid per portare a casa i tre punti, in vista di una settimana di riposo che condurrà al match di domenica prossima al Bernabeu contro il Girona delle meraviglie, prima della pausa delle nazionali. Un'altra occasione per confermare che il Plan B non esiste più, e che Lucas Vazquez e Marco Asensio possono ora vantare legittime pretese di titolarità, date le prestazioni (e la difficile collocazione tattica) di Bale e Isco.