Il Real Madrid si qualifica per i quarti di finale di Champions League (ancora). Cristiano Ronaldo segna (ancora). Zinedine Zidane vince (ancora). Nella serata del Parco dei Principi i Blancòs si guadagnano l’accesso tra le migliori otto d’Europa per l’ottavo anno consecutivo battendo anche al ritorno il Paris Saint-Germain dopo il 3-1 del Santiago Bernabeu, ma il titolo di uomo copertina se lo prende il tecnico francese.
Non tanto per l’ennesimo successo nella competizione per club regina, ma quanto per le grandi capacità dimostrate in un’annata tutt’altro che semplice. I 15 punti di distanza dal Barcellona nella classifica della Liga hanno fatto storcere il naso ai tifosi, che hanno dovuto sopportare anche l’umiliazione di vedersi eliminati in Copa del Rey dal Leganès, oltre al fatto di essersi accontentati del secondo posto finale nel girone di Champions, dietro al Tottenham. Zidane non si è mai tirato indietro, anzi, ci ha sempre messo la faccia prendendosi ogni responsabilità dopo le sconfitte ed il gioco non brillante. Tanti si aspettavano una caduta anche in Champions League, visto che il sorteggio metteva le Merengues di fronte al Paris Saint-Germain capace di strappare Neymar al Barcellona e Mbappè al Monaco per oltre 400 milioni di euro, che si poteva fregiare di un esperto in materia di titoli internazionali come Dani Alves e di un bomber implacabile come Cavani.
Invece Zizou ha estratto dal cilindro l’ennesima magia, come faceva in campo quando vestiva la maglia numero 21 della Juventus o quella numero 5 proprio al Santiago Bernabeu: gare tatticamente e tecnicamente perfette, sia a Madrid che a Parigi. Rimonta nella ripresa all’andata, dominio – o quasi – al ritorno, con i parigini costretti per larghi tratti a subire il gioco dei madrileni, che nell’undici iniziale non disponevano di gente come Modric, Kroos, Isco e Bale: Cristiano Ronaldo spacca la partita in avvio di ripresa – CR7 sempre a segno in questa edizione -, Casemiro chiude i conti per cancellare il pareggio momentaneo di Cavani, con l’espulsione sciocca di Verratti a facilitare il compito degli ospiti.
Esulta tutto il popolo madrileno, esulta Zidane, che pure ostenta modestia a fine match - “Non sono un genio, in campionato abbiamo sbagliato tanto” - ma è inevitabile attribuire a lui grossi meriti di questo successo: coraggioso nel lasciare fuori due terzi del centrocampo titolare, bravissimo nel non farlo notare a tutti quelli che hanno guardato la partita; la scelta di schierare Vazquez e Asensio sugli esterni in un 4-4-2 ha pagato, così come ha funzionato Kovacic al fianco di Casemiro. Certo, avere un attaccante in grado di segnare sempre, in qualunque circostanza ed in qualunque modo aiuta, ma la personalità dimostrata da Zidane durante tutta l’annata, sia nelle decisioni in campo sia nelle dichiarazioni extracampo, è da sottolineare ed esaltare. E la terza Champions League di fila non è più un miraggio.