Finale di Copa del Rey blindata. Il Barcellona si impone anche nel secondo atto con il Valencia, trova la prima segnatura di Coutinho e si candida all'ennesimo assolo nella competizione. Lo sguardo si proietta ora sull'impegno di Liga. Al Camp Nou sbarca il Getafe, per la prima volta l'undici di casa si presenta con l'esigenza di fare risultato. Risale prepotente l'Atletico di Simeone, il margine è di sicurezza ma induce alla cautela. Sei i punti di vantaggio del Barca all'alba della partita odierna, un cuscinetto da tutelare prima del ritorno della Champions - il 20 febbraio è in calendario la gara d'andata con il Chelsea. Valverde conosce le trappole di stagione e non intende esporsi ad alcun rischio. Nel turno in archivio, qualche sbavatura, 1-1 con l'Espanyol, naturale flessione per una squadra ancora imbattuta.
I problemi per il tecnico albergano soprattutto in difesa, perché Vermaelen è in lista infortunati, mentre Umtiti è squalificato. Spazio quindi a Yerry Mina, innesto invernale, al fianco di Piqué. Semedo rileva Sergi Roberto rispetto all'incontro di Coppa, Jordi Alba conserva la titolarità a sinistra. Possibile riposo per Busquets, con Rakitic a dirigere le operazioni insieme a Paulinho. Un Barcellona, quindi, sbilanciato in avanti, con Coutinho a ridosso del tridente formato da Messi, Suarez e Alcacer. Non convocati, per scelta tecnica, Andre Gomes e Denis Suarez.
Il Getafe si presenta alla partita con una base solida, con una classifica tranquilla. Non perde da tempo - tre pareggi consecutivi - staziona a centro gruppo grazie a una stagione di buon livello. Bordalás ha margine di manovra, può attendere i blaugrana e giocare un tiro mancino in ripartenza. Il modulo è il classico 4-4-2, con Angel e Jorge Molina nel pacchetto d'attacco. Il lavoro degli esterni è prezioso, da seguire i movimenti di Portillo e N'Diaye. Fajr e Arrambarri formano la cerniera mediana, Guaita gode della protezione di Cala e Bruno Gonzalez. I laterali bassi sono Damian Suarez e Antunes.
Fischio d'inizio alle 16.15, dirige David Fernández Borbalán.