Quando dici Gerard Piquè dici Barcellona. E viceversa. Se c’è un giocatore che incarna perfettamente il barcelonismo più puro e lo spirito catalano dentro e fuori dal campo, quello è senz’altro il difensore. Cresciuto nella Masìa Culè dall’età di 10 anni, Piquè diventa una colonna della prima squadra soltanto nel 2008, perché il debutto nel grande calcio arriva in Inghilterra, con la maglia del Manchester United, che lo preleva dalla cantera blaugrana nel 2004 e con cui trascorre quattro stagioni, fatte di 22 presenze e 2 goal, vincendo anche una Premier League e la Champions League 2007-08 ; nel mezzo, la parentesi in prestito al Real Saragozza, con il quale si fa conoscere in Liga.
Nell’estate del 2008 il Barcellona si convince a riprenderselo e versa nelle casse dei Red Devils 5 milioni di euro per riportarlo al Camp Nou. La prima vera stagione da barcellonista è clamorosa: Piquè alza i trofei di Liga, Copa del Rey e Champions League, contribuendo con 45 presenze e 3 goal – uno in ogni competizione, tra cui quello al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid nello storico successo Culè per 6-2 in campionato. Da lì in poi diventa una colonna portante della squadra anche attraverso i vari cambi di panchina, da Pep Guardiola a Luis Enrique, passando per il compianto Tito Vilanova e per il Tata Martino fino ad arrivare a Ernesto Valverde.
E continuerà ad esserlo, perché il Barcellona ha comunicato ufficialmente il raggiungimento dell’accordo per il rinnovo contrattuale: prolungamento fino al 2022 – il precedente legame sarebbe terminato nel 2019 – e clausola di risoluzione che passa dai 200 ai 500 milioni di euro. Gerard Piquè dunque potrà incrementare le sue statistiche con il club, che attualmente raccontano di 422 presenze ufficiali, condite da 37 goal e soprattutto da 25 titoli, e verosimilmente concluderà la sua carriera al termine del contratto, quando avrà 35 anni.