Ieri è arrivato l'ennesimo trofeo di una carriera leggendaria, irripetibile. Stiamo parlando ovviamente di Leo Messi che ha ricevuto la sua quarta Scarpa D'Oro per i suoi 37 gol segnati nella passata stagione in Liga. Un altro riconoscimento per lui che di trofei, tra premi individuali e di squadra, ne ha già collezionati 44 con una media di 3,38 a stagione.
Trent'anni compiuti questa estate e ancora tanti obiettivi davanti a cominciare dal Mondiale che dopo sessant'anni non avrà l'Italia come protagonista. L'argentino, intervistato dalla Gazzetta, ne parla cosi: "Il calcio italiano negli ultimi anni non è più lo stesso. E credo che questo abbia a che fare non solo con la non qualificazione al Mondiale. Per esempio due grandi della Serie A come Milan e Inter non sono più quelle che erano una decina di anni fa e non vanno più in Champions, e questo riguarda tutto il calcio italiano. Piano piano stanno provando a risalire la china, soprattutto i due club milanesi devono tornare a essere competitivi a livello europeo. Nazionali come l’Italia o l’Olanda, che per decenni hanno partecipato alla Coppa del Mondo, in Russia non ci saranno e nessuno se lo sarebbe aspettato. Ma il calcio oggi è questo: anche le piccole nazionali o i piccoli club se ben organizzati possono complicarti la vita".
L'Italia non ci sarà, ma la sua Argentina sì, grazie alla sua tripletta contro l'Ecuador: "È stato un periodo tosto per noi, abbiamo avuto tre c.t. nelle qualificazioni e non è facile adattarsi subito a ognuno di loro. Ogni tecnico ha la sua filosofia e le sue idee. L’ultimo è Sampaoli col quale abbiamo disputato soli quattro match di qualificazione e alcune amichevoli, dobbiamo continuare nel processo di crescita. Comunque il calcio diventa ogni giorno più tosto ed è più dura qualificarsi". E sulle favorite aggiunge: "La Germania campione in carica, come sempre. Ma ci sono anche Brasile, Spagna, Francia. Ora sono le più forti". Ieri, come detto, l'ennesimo riconoscimento ma la cosa più importante, per Messi, sono i trofei di squadra: "È un bellissimo riconoscimento, ma io dico sempre che la mia priorità non sono i premi individuali. Preferirei vincere un’altra Champions o la Liga, questi sono i miei obiettivi principali. Comunque, è bello avere questi trofei a casa, per il significato che hanno appunto".
Da Messi a Leo: "Sono una persona come tutti, che prova ad avere una normale vita in famiglia. E’ vero che a volte preferirei non essere notato e avere una vita più normale, senza che tutti mi guardino per strada. "I miei sogni e desideri sono sempre gli stessi. Ora vinco da goleador ma ho sempre detto che all'inizio non mi consideravo un attaccante. Ovvio, è passato un sacco di tempo, sono migliorato, ho accumulato trofei, e sono successe tante cose, fuori e dentro il campo. Dopo l’allenamento magari rinforzo le gambe, ma non sono un tipo da palestra. Dieta? Ho rinunciato al cioccolato, la cosa più dura per me. Anche ora, di tanto in tanto, faccio uno strappo e mi concedo un po’ di cioccolato. La siesta? Non più. E mi manca. Quando sono in nazionale però lo faccio, il pisolino. A casa non posso, ci sono i bambini".
Il Barcellona si è qualificato agli ottavi di Champions con una giornata d'anticipo, la concorrenza però è molto agguerrita: "Il Manchester City per me è la squadra più forte ora, insieme al Psg. Ma la stagione è molto lunga. E non dimentico mai il Real Madrid per quello che hanno e per la loro esperienza, anche se ora non sta ottenendo i risultati che tutti si aspettano. Poi c’è il Bayern, altra grande che sarà in lotta fino alla fine". Adesso testa al campionato visto che domenica c'è lo scontro diretto con il Valencia: "Una gran bella squadra, un tecnico come Marcelino che la fa giocare molto bene, ha un disegno tattico chiaro, poi a casa loro sarà molto complicato, ma noi dobbiamo continuare a far bene". Il suo Barça è in testa e, dopo un'estate complicata, sta viaggiando a ritmi importanti: "La partenza di Neymar ha cambiato il nostro modo di giocare. Abbiamo perso in potenziale offensivo ma abbiamo guadagnato nella fase difensiva. Ora siamo meglio organizzati in mezzo al campo, abbiamo più equilibrio e questo ci rende più forti in difesa".
Un Barcellona più compatto anche grazie alla crescita esponenziale di Umtiti: "Samuel si allena così come gioca, non si risparmia mai. E fuori dal campo è un ragazzo eccezionale. Onestamente non ne sapevo molto di lui quando è arrivato. Ma vedendolo allenarsi, mostrando tutte le sue qualità, non mi meraviglio di ciò che fa in partita". Negli ultimi dieci anni lui e Ronaldo si sono divisi tutti i trofei possibili, ma per Messi adesso ci sono anche altri pretendenti per spezzare il duopolio: "Negli ultimi anni abbiamo vinto il Pallone D'Oro noi due, ma gente come Neymar, Mbappé e Luis Suarez possono competere per il premio". E su una possibile amicizia con Cristiano risponde cosi: "Non so se succederà. L’amicizia si costruisce passando del tempo insieme e conoscendosi. Adesso non abbiamo rapporti, ci vediamo solo nelle cerimonie di premiazione ed è l’unica occasione in cui ci parliamo. Fra di noi va tutto bene, ma le nostre vite non si incrociano molto spesso".
Il momento del ritiro è ancora lontano, ma Messi sta già pensando a cosa fare in futuro: "Non lo so ora cosa farò. Ne ho parlato in famiglia varie volte su come occuperò il mio tempo una volta lasciato il calcio, ma non c’è niente di deciso. Ho sempre detto che non mi vedo come allenatore, non ho il feeling. Nei prossimi anni potrei cambiare idea ma ho ancora parecchi anni davanti a me e vedremo. Quando fine carriera sarà vicina qualcosa deciderò".