3-0 al Las Palmas, ma non ai fischi e alle critiche. E' questo il significato tecnico e mediatico della vittoria del Real Madrid contro i canari al Santiago Bernabeu in Liga. Casemiro, Marco Asensio e Isco hanno infatti rialzato i merengues dopo i due rovesci consecutivi di Girona e Wembley, ma la Casa Blanca ha mostrato ancora difficoltà nel gioco, e non solo per l'assenza dal tabellino dei marcatori di Cristiano Ronaldo e Karim Benzema

In realtà, l'astinenza da gol dei due centravanti del Real (perchè Ronaldo lo è ormai da tempo) continua ad essere l'argomento più dibattuto dal madridismo, che si interroga sui problemi del Pallone d'Oro e intanto scarica il francese, ieri fischiato sonoramente, dopo aver sbagliato una rete non impossibile davanti al portiere avversario in apertura di primo tempo. La questione è sia tattica che psicologica: Benzema è meno mobile rispetto alla sua miglior versione, e le sue difficoltà atletiche gli impediscono di aprire spazi a Ronaldo, costretto ad allargarsi sugli esterni o comunque ad entrare in un'area di rigore più affollata e caotica. Le cose per il portoghese non vanno meglio senza il numero nove, perchè CR7 ha dimostrato di aver bisogno di qualcuno con cui dialogare - anche solo di movimenti - per rendere al meglio come centravanti puro. Tutte queste componenti, unite alla squalifica di inizio stagione, stanno rendendo Ronaldo estremamente frenetico in area di rigore, vittima di un'ansia da prestazione che lo ha lasciato all'asciutto anche ieri sera, nonostante un bell'assist per il 3-0 firmato da Isco, ancora tra i migliori in campo per Zinedine Zidane. Gli squilli del fuoriclasse da Madeira serviranno eccome nel derby che si giocherà dopo la sosta, al Wanda Metropolitano contro l'Atletico Madrid, in una sfida da dentro o fuori con i cugini colchoneros, nel week-end vittoriosi in extremis in Galizia, contro il Deportivo La Coruna, grazie a un gol di Thomas. Ma l'importante era vincere ieri, per non perdere contatto da Barcellona, Valencia e dallo stesso Atletico, e per scacciare critiche e segnali di crisi susseguitisi dopo la disastrosa prestazione contro il Tottenham in Champions League. 

Successo ottenuto contro un Las Palmas che ha dimostrato di meritare la classifica da brividi che lo colloca adesso tra le ultime del campionato, e che al Santiago Bernabeu ha provato a resistere grazie a un atteggiamento prettamente difensivo, forse indotto anche dalle tante assenze a centrocampo e attacco. I canari hanno iniziato discretamente, sfruttando anche l'ansia del Real, per poi sciogliersi gradualmente dopo il gol di testa di Casemiro, su calcio d'angolo (primo tabù sfatato per Zidane e i suoi, che quest'anno da corner e calci piazzati in genere avevano ottenuto ben poche soddisfazioni). Il brasiliano è stato confermato titolare nonostante su di lui pendesse la spada di Damocle della diffida. Al suo fianco, Toni Kroos (non Luka Modric, ora impegnato negli spareggi mondiali con la sua Croazia) e Marco Asensio, in una sorta di 4-4-2, che prevedeva il maiorchino sull'out destro e Isco sulla corsia opposta. In difesa, le rotazioni di Zidane si sono limitate al canterano Jesus Vallejo, titolare al posto di Varane, e positivo nella sua prima uscita da titolare in Liga, con Nacho terzino destro al posto di Achraf e Marcelo confermato sulla sinistra. Niente Theo Hernandez dunque, così come poca fiducia Zidane sembra nutrire in Dani Ceballos, ancora in panchina insieme a Marcos Llorente e Lucas Vazquez, alla vigilia accreditati di una maglia da titolare. Nella serata del Bernabeu il principale protagonista è stato Marco Asensio, più che i discussi Ronaldo e Benzema: il giovane numero venti blanco ha infatti messo a segno un gol d'annali, un sinistro di controbalzo fulminante, infilatosi all'incrocio dei pali per la gioia del pubblico merengue. A chiudere la partita ci ha pensato poi il solito Isco, al termine di un contropiede micidiale, mentre CR7 è tornato a casa ancora a secco, nervoso e irritato per la situazione. "Quando non segna, va via arrabbiato", la chiosa di capitan Sergio Ramos, che conosce perfettamente l'umore del portoghese.