Cade ancora in campionato il Real Madrid di Zinedine Zidane, allontanandosi sempre di più dalla vetta della Liga spagnola occupata dagli arcirivali del Barcellona (primo a 28 punti, contro i 20 dei merengues). La seconda sconfitta di questa stagione capita - ironia della sorte - proprio in quella Catalogna teatro di un feroce scontro istituzionale tra istanze independiste e unioniste. Una sconfitta inattesa, contro un avversario - il Girona - di certo abbordabile per un club campione di tutto che negli ultimi anni ha fatto incetta di trofei, ma che quest'anno sembra dover già dire addio al sogno di ripetere il successo in Liga di pochi mesi fa.
Il k.o. catalano ha messo il sigillo su un inizio di temporada a dir poco balbettante del Real di Zidane, con crepe mostrate prima al Santiago Bernabeu contro Valencia, Levante e Betis Siviglia, infine anche in trasferta, proprio in Catalogna, sul campo del Girona. Sconfitta in rimonta peraltro, con la premiata ditta formata da Stuani e Portu ad evidenziare i limiti di concentrazione di una squadra che pare far fatica a rimanere sempre sul pezzo, esibendo le proprie migliori qualità solo in determinati contesti e a certe condizioni tecniche. Se prima del fracaso catalano, era possibile nascondere la polvere sotto il tappeto dell'"inizio stagione", ora anche quest'alibi è venuto meno, e i media di Madrid hanno fatto partire il tiro al bersaglio del fuoco amico. Non tutte critiche campate per aria, in realtà. Anzi, alcune perfettamente centrate, come quelle riguardanti la solitudine di Isco, unico uomo realmente in forma e in grado di far la differenza, al di là delle reti messe a segno e delle giocate da fuoriclasse sciorinate a ogni uscita utile. Questo l'elenco dei mali di un Madrid che a fine ottobre potrebbe doversi già concentrare sulle Coppe (Mondiale per Club, oltre a Copa del Rey e Champions).
Difficoltà realizzative
Uno. E' il numero di reti segnate da Cristiano Ronaldo in Liga. Unico squillo, decisivo ma pur sempre esclusivo, al Coliseum Alfonso Perez contro il Getafe. Per il resto, tante occasioni sprecate da CR7, non disponibile nelle prime gare a causa di una squalifica comminatagli dopo l'andata della Supercoppa Spagnola e mai dimenticata in seno al club blanco. Quattro giornate di stop, poi un Ronaldo alla continua ricerca del sigillo personale, un'ossessione che non lo ha più abbandonato, e che continua a perseguitarlo anche nel momento in cui viene eletto The Best dalla FIFA. A sopperire alla carestia di Ronaldo non c'è Karim Benzema, centravanti difeso a spada tratta dal suo allenatore, ma contestato dal resto dell'ambiente per la sua incapacità di andare a segno con continuità. A ciò si aggiungano l'addio di Morata e gli infortuni periodici di Bale, e i problemi realizzativi del Madrid sono presto spiegati.
Centrocampo dagli uomini contati
Rispetto allo scorso anno, Zidane sembra fidarsi meno delle sue riserve, del cosiddetto Plan B che gli consentì di fare strada in campionato e di risparmiare energie preziose ai suoi titolari in vista della Champions League. Ecco perchè i vari Luka Modric, Casemiro e Toni Kroos appaiono più spenti anche dal punto di vista fisico, nonostante i tentativi del tecnico francese di apportare nuovi correttivi al suo ormai quasi scientifico turnover. Dani Ceballos e Marcos Llorente non hanno ancora convinto con una maglia così pesante sulle spalle, Kovacic è fermo ai box da un mese e mezzo, e il solo Marco Asensio non può bastare a risolvere i problemi della mediana, specie se si considera che il maiorchino non è un centrocampista puro, bensì un jolly offensivo, quasi un'alternativa a Isco.
Emergenza infortuni
Keylor Navas, Dani Carvajal, Raphael Varane, Marcelo, Theo Hernandez, Mateo Kovacic, Gareth Bale, Karim Benzema. Tutti coinvolti in infortuni più o meno gravi che ne hanno limitato il rendimento causa passaggio in infermeria. Anche quando si è trattato di lesioni di poco conto, da smaltire nel giro di due settimane, tutti i giocatori infortunati non sono poi rientrati subito al top della condizione, come è normale che sia. Ecco perchè il Real non ha potuto contare sinora sul miglior Marcelo, uomo chiave per il destino merengue, e sta pagando a caro prezzo l'assenza di Carvajal nonostante le buone prestazioni del giovane Achraf. Sottovalutata anche la mancanza di Kovacic, che garantiva qualità e quantità a un centrocampo da rinfrescare.
Adiòs, Plan B
A Madrid già rimpiangono James Rodriguez e Alvaro Morata, esponenti di quel Plan B di cui sopra, talenti sopra la media, tenuti a lungo in panchina come riserve (insieme all'oggi imprescindibile Isco) che garantivano però un rendimento certo nelle pieghe della Liga, nelle sue curve più insidiose, soprattutto in trasferta. Mancano all'appello anche i vari Danilo e Pepe, sbolognati in tutta fretta senza trovare sostituti all'altezza. Dani Ceballos e Marcos Llorente hanno bisogno di crescere dal punto di vista della personalità, ma è forse in avanti che il Real è davvero in emergenza. L'unica punta che possa dare il cambio a Ronaldo e Benzema è il canterano Borja Mayoral, troppo poco per una squadra che dichiara di essere la più forte del mondo. Al punto che lo stesso Zidane ha affermato qualche settimana fa che "Sì, forse ci manca un attaccante". Una campagna acquisti da pancia piena ha generato un avvio da stagione in cui il Real non sembra ancora tornato da Cardiff (eccezion fatta per le due gare di Supercoppa Spagnola). E anche un rientro mentale immediato in Liga potrebbe essere tardivo, dato il distacco accumulato dai rivali del Barça, che oggi sorridono per l'aiuto ricevuto dai "connazionali" del Girona, ieri fatale al madridismo.