Sembra essere passata una vita e invece sono trascorsi solo cinquanta giorni dalla doppia sfida persa, in Supercoppa Spagnola, contro il Real Madrid. Quello era un Barcellona sfibrato e senz'anima, la brutta copia di sé stesso con l'aggravante della partenza di Neymar. Sembra essere passata davvero un'era visto che i catalani, nelle prime nove uscite stagionali, hanno collezionato nove vittorie con sette successi nella Liga e due in Champions League. Nove sinfonie, come le hanno ribattezzate i giornali locali, e un nuovo modo di approcciare alla sfida secondo i canoni del nuovo tecnico Valverde.
L'ex allenatore del Bilbao ha cambiato molto la squadra, la sua impronta tattica e i dettami di gioco. Le due cose che più balzano all'occhio sono la difesa quasi imperforabile e la bulimia da gol di Leo Messi, analizziamo le due cose con ordine. Sostanzialmente Valverde non ha cambiato gli uomini, salvo Semedo, ma ha rivoluzionato (nel senso stretto della parola) quei meccanismi che la scorsa stagione venivano mal eseguiti dalla terza linea di Luis Enrique. A guidare il reparto c'è Umtiti. Il difensore francese ha avuto una crescita esponenziale in questo primo scorcio, sbaglia poco in fase di impostazione ed è sempre giudizioso nei recuperi e nei raddoppi.
E' un Barcellona più limpido anche sulle fasce soprattutto a destra dove, a differenza della passata stagione, c'è un terzino di ruolo come Semedo che ha dimostrato tutte le sue qualità tecniche e offensive anche se in copertura deve migliorare qualcosa. Ha più libertà di agire Jordi Alba che, dopo la partenza di Neymar, può usufruire di tutta la fascia sinistra. I progressi del pacchetto arretrato si vedono: solo due gol subiti in stagione, entrambi in campionato. Il secondo punto, che forse non dovrebbe essere una novità, è la media gol spaventosa di Leo Messi che, fino ad ora, ha messo a segno 14 gol in 11 partite disputate, di cui 11 in Liga, 2 in Champions League e 1 in Supercoppa. Valverde lo ha riportato al centro dell'attacco, come ai tempi di Guardiola e Villanova con Suarez e Denis Suarez (Vidal o Deulofeu) che lo accompagnano. Il numero dieci del Barca, dunque, si trova alla perfezione, potendo tagliare in due la difesa partendo dal centro e, allo stesso tempo, abbassarsi per impostare tra le linee.
La duttilità tattica di Luis Suarez ha permesso ciò anche se l'uruguaiano ha realizzato solo una rete in questo inizio di stagione, non è tranquillo e lo si è visto nella partita con il Las Palmas quando ha strappato letteralmente la maglia ed è uscito dal rettangolo di gioco, a un minuto dalla fine, dopo l'ennesima occasione fallita. Un altro punto su cui Valverde ha lavorato e sta lavorando è la possibilità di variare gli schemi e gli interpreti a seconda delle sfide e dell'avversario: fino ad ora, infatti, il Barcellona ha giocato con il 4-3-3, 4-2-3-1 e 4-4-2, proprio nell'ultima partita contro il Las Palmas. Merito, questo, di un centrocampo robusto. Decisivo l'innesto di Paulinho che sta facendo ricredere tutti.
Rakitic e Sergi Roberto sono tornati ad occupare i loro veri ruoli anche se lo spagnolo è stato schierato qualche volta ancora come terzino destro. L'unico contro riguarda il prossimo futuro visto che davanti la rosa non è lunghissima e, dopo l'infortunio di Dembelè, sono rimasti solo Messi e Suarez come attaccanti puri, Alcacer è un separato in casa. L'ex Dortmund, invece, dovrebbe tornare a gennaio e fino ad allora Valverde dovrà cercare di gestire al meglio i sudamericani. Le idee, però, non mancano al tecnico spagnolo che in questa prima parte ha già schierato Vidal nel tridente mentre si sta ritagliando uno spazio importante Denis Suarez che ha segnato due reti nelle ultime quattro partite e in tre di queste è partito titolare. Dopo la scorsa stagione nell'ombra, l'ex Villarreal sta entrando in pianta stabile nell'undici titolare.
Alla ripresa il big match contro l'Atletico Madrid, il primo vero banco di prova in campionato per suonare la decima sinfonia di questa stagione.