E' l'11 Giugno del 2005, ci troviamo a Madrid e più precisamente al Calderon. Si gioca la finale di Coppa Del Re ed è una sfida del tutto inaspettata tre due cenerentole come Real Betis e Osasuna. Non è proprio il prototipo di finale che si aspettavano quelli che avevano preso il biglietto molto prima, fatto sta che il divertimento non manca e alla fine trionfano gli Andalusi per 2-1 con l'ex Milan Oliveira in rete. Sono passati dodici anni, quello è stato l'ultimo dei tre trofei importanti vinti dal Balompiè. Dodici anni lunghi con un continuo saliscendi tra Liga e Seconda Divisione Spagnola. Adesso, però, qualcosa sembra essere cambiato e, dopo i due buoni piazzamenti nelle ultime due stagioni, il club si è messo in testa un'idea meravigliosa.
Meravigliosa come l'ultima partita giocata dagli Andalusi in campionato: un 4-4 in casa della Real Sociedad che poteva tramutarsi anche in una vittoria clamorosa se Llorente non avesse salvato sulla linea il pallonetto di Sergio Leon, ex Osasuna per la cronaca. Un inizio di campionato, dicevamo, unico per il club Andaluso che non era mai partito cosi bene almeno dai tempi d'oro degli anni trenta: sesto posto in classifica, tredici punti in sette partite, quattordici reti fatte e undici subite ma, soprattutto, la vittoria di fine settembre in casa del Real Madrid all'ultimo minuto nel teatro del Bernabeu. Un'azione corale meravigliosa, un possesso di palla durato 55 secondi e la finalizzazione di Antonio Sanabria.
Vale la pena aprire una piccola ma importante digressione sul ventunenne attaccante Paraguaiano: per lui 4 reti in 6 partite giocate fino a questo momento, uno ogni 78 minuti a voler essere proprio precisi. La Roma, che lo ha ceduto in maniera definitiva al Betis l'anno scorso, ha il diritto di recompra per altre due stagioni e un pensierino potrebbe farcelo. Torniamo alla squadra e alla sua identità tattica: il Betis è una squadra che gioca un calcio dinamico e verticale improntato sul gioco palla a terra e improvvise verticalizzazioni mirate a tagliare in due, e anche in quattro, la difesa avversaria.
Un calcio cosi, nel campionato Spagnolo, possono giocarlo solo pochi allenatori ed uno di questi risponde al nome di Quique Setien. Il classe '59, nato a Santander dove ha giocato più di duecento partite, è arrivato questa stagione dalle parti del fiume Guadalquivir dopo due stagioni passate al Las Palmas con la promozione in Liga centrata al primo anno. Stagione fantastica quella 2015-2016 con il campionato che, per ironia della sorte, lo vince il Betis mentre la squadra Canaria ottiene la promozione ai Play-off dopo aver rimontano il Saragozza in finale con un 2-0, dopo il 3-1 subito all'andata. Corsi e ricorsi storici con Setien che, nelle Canarie, ha lasciato davvero un bel ricordo con un undicesimo e un quattordicesimo posto in Liga.
L'impronta tattica del suo Betis, infatti è molto simile a quella con cui giocava il Las Palmas l'anno scorso: Un 4-4-3 che diventa 4-1-4-1 a seconda delle dinamiche di gioco. Il Betis è spregiudicato ma con giudizio, sa quando attaccare e sa perfettamente come farlo visti i quattordici gol, anche se c'è qualcosa, ovviamente, da migliorare in difesa. Il mercato, poi, ha regalato giocatori importanti a Setien: in difesa sono arrivati Feddal dall'Alaves e Barragan del Middlesbrough anche se quest'ultimo in prestito. La forza, però, dei biancoverdi, sta nel centrocampo completamente nuovo rispetto alla scorsa stagione: si gioca a tre con Javi Garcia (arrivato dallo Zenit) e un certo Guardado (giunto dal Psv) ad orchestrare la manovra mentre Fabian Ruiz funge da collante tre attacco e centrocampo.
Lui, Boudebouz (arrivato dal Montpellier) o Narvaez sono quelli in grado di dare un equilibrio nelle due fasi senza contare Camarasa che, al momento, è infortunato e tornerà a fine ottobre. In avanti poi la fantasia al potere: sono arrivati Nahuel dal Villarreal, Tello dal Barcellona e Sergio Leon all'Osasuna con il secondo che, la scorsa stagione, ha realizzato più di dieci reti in una squadra retrocessa in primavera formalmente. Poi c'è il capitano, Joaquin, che domenica è andato in rete dopo un tracciante meraviglioso di Guardado. Di Sanabria, poi, abbiamo già parlato in precedenza e lui, sostanzialmente, parla con i gol. Quei gol che stanno facendo volare il Betis che mai come quest'anno può puntare ad un piazzamento in Europa League. Ci sono tutti i presupposti per farlo con Setien, alla guida della nuova onda verde di Siviglia.