Dopo la partita giocata a porte chiuse contro il Las Palmas, in segno di protesta visto ciò che è accaduto domenica in Catalogna, il Barcellona conferma la sua ferma posizione a favore del referendum indipendentista e decide di aderire allo sciopero generale indetto per la giornata di oggi dal Gruppo Mesa por la Democracia. La sede del club, dunque, resterà chiusa tutto il giorno e non vi sarà nessun allenamento. Già nella giornata di ieri i dipendenti del club avevano scioperato tra le ore 12 e le 12.15 allo scopo di "condannare fortemente l'uso della violenza volto a impedire l'esercizio del diritto di voto e la libera espressione dei cittadini nel corso del referendum".
Il tutto, poi, è stato ratificato con un comunicato da parte del club catalano: "Domani 3 ottobre nessuna delle nostre squadre professionistiche, né giovanili, si allenerà dalla Ciudad Deportiva". Ieri poi sono arrivate anche le considerazioni del presidente del Barca Bartomeu che ha parlato alla stampa dopo la riunione straordinaria di mezzogiorno. Queste le sue parole: "Esprimiamo tutto il nostro sostegno alle persone e alle istituzioni che lavorano per garantire questi diritti, sostenendo sempre la maggioranza della popolazione catalana. Esprimiamo la nostra condanna nei confronti degli eventi avvenuti ieri con l’uso indiscriminato della forza per impedire l’esercizio del diritto al voto di milioni di cittadini".
Il presidente ha spiegato anche la decisione di giocare a porte chiuse la partita di domenica: "Comprendo la volontà di molti nostri tifosi di sospendere la partita e posso dire che questa è stata una delle decisioni più difficile che io abbia mai preso da quando sono presidente del Barcellona, ma non abbiamo avuto l’approvazione della Professional Football League. Ho deciso di giocare a porte chiuse per lanciare comunque un messaggio riguardo il nostro rifiuto sulla situazione che si è venuta a creare in Catalogna". Infine le dimissioni di un dirigente azulgrana: "Oggi il Consiglio di Amministrazione ha accettato le dimissioni del vice presidente Carles Vilarrubì e ha deciso di aderire allo sciopero per sostenere la democrazia. Nessuna nostra squadra si allenerà alla Ciudad Deportiva. Quello che è avvenuto ieri è inammissibile, chiediamo rispetto per i cittadini della Catalogna. Vogliamo sostenere le 893 persone vittime di questi attacchi e ci appelliamo per trovare soluzioni politiche nel rispetto della volontà dei cittadini".
Sulla stessa linea anche l'Espanyol, l'altra squadra di Barcellona, che con un comunicato ribadisce lo sciopero: "La Ciudad Deportiva Dani Jarque resterà chiusa al pubblico ma la prima squadra effettuerà comunque una sessione di recupero fisico a porte chiuse e senza la consueta disponibilità verso la stampa. E' stata inoltre posticipata la presentazione della squadra di calcio femminile. Il club ha voluto sottolineare il massimo rispetto per la posizione di tutti i lavoratori e professionisti. Il 4 ottobre l'attività abituale nei suoi centri sportivi di Cornellà e El Prat de Llobregat e Sant Adrià de Besos riprenderà normalmente".