Una doppietta di Isco ha scacciato i fantasmi da un Santiago Bernabeu tappezzato di bandiere spagnole, in una delle giornate più laceranti nella storia della nazione. Ieri sera, contro l'Espanyol di Quique Sanchez Flores, il Real Madrid doveva rispondere a un Barcellona - un'altra sfida tra unionisti castigliani e independentisti catalani - a punteggio pieno dopo sette giornate di Liga. Trovatisi a dieci punti di distanza al fischio d'inizio, i merengues hanno risolto la pratica Espanyol grazie al folletto andaluso, ma senza convincere.
In piena emergenza infortuni, con Dani Carvajal (virus influenzale che ha interessato anche il pericardio, membrana che avvolge il cuore: dovrà rimanere a riposo per diversi giorni, saltando anche gli impegni della Selecciòn), Marcelo, Theo Hernandez, Karim Benzema e Gareth Bale tutti k.o., Zinedine Zidane ha presentato il giovane marocchino Achraf sull'out di destra, con il jolly Nacho sull'altra sponda difensiva. Centrocampo di gala, composto da Modric, Casemiro e Kroos, mentre in avanti Cristiano Ronaldo è stato affiancato da Isco e Marco Asensio. E' stato un Madrid che ha dimostrato ancora una volta il suo nervosismo da Bernabeu, una sorta di foga mal indirizzata che ha sì prodotto diverse occasioni da rete, ma ha anche lasciato - soprattutto nel secondo tempo - spazio alle iniziative avversarie. Un vero e proprio Real d'assalto, quella della prima mezz'ora, che ha trovato il gol con Isco dopo una serie di chances sprecate in sequenza, in primis con Cristiano Ronaldo, apparso nuovamente infastidito e irritato per essere ancora a quota zero in classifica cannonieri. Dopo le prime quattro giornate trascorse a guardare in tribuna, a causa di una squalifica nel Clasico di Supercoppa che ancora non gli è andata giù (vissuta come una grande ingiustizia), CR7 ha calciato a lungo con precipitazione verso la porta difesa da Pau Lopez, senza mai trovare la stoccata giusta. In compenso, il fuoriclasse portoghese ha lucidato la palla buona per Isco, autore del gol dell'1-0 proprio su assist del Pallone d'Oro, con un colpo tra esterno e punta che ha rinfrancato l'intero Santiago Bernabeu, campo sul quale i merengues non avevano ancora vinto quest'anno in Liga.
Passato in vantaggio, il Real ha continuato - come da tradizione - a spingere sull'acceleratore, con Nacho in costante proiezione offensiva, approfittando dell'atteggiamento remissivo dell'Espanyol, senza riuscire però a trovare la rete del raddoppio, complice la solita frenesia di Ronaldo, sempre più irritato con la sorte con il trascorrere dei minuti. Non aver concretizzato le occasioni avute a disposizione ha costretto poi la Casa Blanca a rischiare tantissimo tra la fine del primo tempo e l'inizio del secondo, quando prima Gerard Moreno - palo a Keylor Navas battuto - poi gli altri attaccanti dell'Espanyol hanno spaventato tutto l'ambiente merengue. Dopo una prima frazione giocata con il freno a meno tirato, gli uomini di Quique Sanchez Flores hanno finalmente provato a reggere la scena con maggiore personalità mentre il Real calava di rendimento, forse anche per la stanchezza dovuta a impegni tanto ravvicinati. A sollevare di forza i blancos dalle secche in cui si stavano infilando ci ha pensato ancora una volta Isco, che al 70' ha controllato in area avversaria e fatto partire un destro chirurgico depositatosi all'angolino alla sinistra di Pau Lopez, pochi istanti dopo una colossale occasione concessa agli avversari da capitano Sergio Ramos. Da quel momento in poi la partita è sostanzialmente finita, con Zidane a dare riposo ai suoi centrocampisti di qualità (fuori prima Kroos per Lucas Vazquez, poi Modric per Dani Ceballos), e Ronaldo a cercare il primo acuto in Liga. Invano, perchè il portoghese non è riuscito a sbloccarsi neanche in un finale che non aveva molto da dire. Per il Real missione compiuta senza convincere, con una classifica che racconta di una Barça lontano sette punti, apparentemente più solido e con qualche infortunio in meno cui far fronte.