Forse novanta minuti, giocati a metà agosto, sono troppo pochi per giudicare ma la sensazione è che la differenza tra questo Barcellona e questo Real Madrid non sia netta ma nettissima. Due squadre provenienti da due pianeti diversi, distanti anni luce. I catalani hanno rimediato tre schiaffi in casa, dall'odiato avversario, e con un'inferiorità palese in ogni reparto. Il pareggio di Messi solo un'illusione scaturita da un abbaglio dell'arbitro, un ago nel pagliaio blanco. Il Real ha dettato legge al Camp Nou in veste azzurra.
Valverde non apporta grandi cambiamenti schierando la stessa formazione che ha battuto la Chapecoense nel Trofeo Gamper del 7 agosto. Deulofeu, però, non è Neymar e si vede in maniera piuttosto netta con l'ex Milan generoso nelle coperture quanto impreciso in fase offensiva, con Carvajal mai messo in difficoltà. E' una manovra lenta, compassata e prevedibile quella dei catalani che muovono il pallone in maniera orizzontale, impedendo ad Aleix Vidal e Jordi Alba di spingere con continuità sulle fasce. Gli ex terzini di Siviglia e Valencia si espongono poche volte in fase offensiva quando il modulo muta in una sorta di 4-4-1-1, con Messi dietro a Suarez e Rakitic sulla destra e costretto alla doppia copertura su Marcelo ed Isco.
Non si può pensare di far male in questo modo ad una squadra come il Real Madrid e se la fase offensiva non produce nulla, quella difensiva comincia al 50' il secondo tempo horror, con l'autorete di Piquè su cross di Marcelo, perso da un Aleix Vidal molto distratto. La rete subita sveglia in qualche modo i blaugrana che impensieriscono il Madrid solo con la sola forza dei nervi e non con il gioco che, a tratti, rasenta il noioso. Mancano le verticalizzazioni, ma mancano soprattutto pedine importanti come un'ala sinistra, una mezz'ala di ruolo e un difensore centrale che possano far fare il salto di qualità ad una squadra che ha patito e non poco la partenza di O'Ney, un giocatore maestro nello spostare gli equilibri.
Le occasioni di Deulofeu e Sergio Busquets sono lampi dettati dalla disperazione e dalla paura di perdere tra la mura amiche ed il pareggio di Messi è solo un'illusione che l'arbitro crea assegnando un rigore inesistente per un contatto tra Navas e Suarez. La differenza tra Barcellona e Real, poi, sta soprattutto nei ricambi, con Zidane che si permette il lusso di far entrare Ronaldo e Asensio mentre a Valverde toccano, con tutto il rispetto, Denis Suarez, Sergi Roberto e Paco Alcacer. Briciole in confronto ai due del Madrid che, negli ultimi dieci minuti, sfruttano due errori di Rakitic e Suarez e con due contropiedi fulminei tagliano in due la difesa blaugrana, o quel che ne rimane, e chiudono i conti ammutolendo il Camp Nou.
Se prima di questa sfida c'erano dei grandi dubbi circa la qualità e lo spessore della rosa, adesso questi sono più che fondati e, a 17 giorni dalla fine del mercato, il Barcellona deve trovare almeno tre giocatori in grado di aumentare qualità e quantità per evitare tracolli come questo, sotto ogni punto di vista.