Al termine di un biennio contrassegnato da successi in serie - in particolare in campo internazionale, con due Champions League, una Supercoppa Europea e un Mondiale per Club messi in bacheca - il Real Madrid di Florentino Perez ha deciso di presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2017-2018 con un look nuovo, diverso da quello delle ultime due temporadas.

"Squadra che vince non si cambia". Assunto italico non condiviso dal club merengue, spesso costretto a cambiare per esigenze di marketing, più che tecniche. Se lo scorso anno, complice anche lo stop imposto dall'UEFA con la sanzione irrogata per le irregolarità riscontrate nell'ambito del tesseramento dei giocatori minorenni, le fondamenta della Casa Blanca rimasero pressochè invariata rispetto a quelle che avevano alzato al cielo la Champions League al cielo di Milano San Siro, ora le cose sono cambiate. Buona parte del cosiddetto plan B di Zinedine Zidane è stato smantellato, praticamente un'intera squadra di seconde linee che in Liga aveva dato un contributo decisivo alla conquista del titolo, vinto in volata sui rivali catalani del Barcellona. Di quel Real è rimasto ben poco: via Danilo, finito al Manchester City per quaranta milioni di euro, salutato Fabio Coentrao, in realtà ai margini del progetto tecnico, lasciato scadere il contratto di un veterano come Pepe, ora al Besiktas, i merengues hanno deciso di fare cassa con altre due cessioni eccellenti. Quella di James Rodriguez, il colombiano numero dieci in prestito oneroso biennale al Bayern Monaco, dove ha ritrovato Carlo Ancelotti (riscatto a 35 milioni, non obbligatorio), e soprattutto quella di Alvaro Morata (destinazione Chelsea, una novantina di milioni nella casse del Madrid), canterano amatissimo dal popolo del Santiago Bernabeu, non solo per la straordinaria media gol del suo 2016-2017, ma soprattutto per la futuribilità e l'appartenenza alla casa. E i primi risultati amichevoli del nuovo Real hanno fatto sorgere diversi interrogativi sul progetto tecnico varato dalla dirigenza blanca. La sconfitta nel Clasico americano di Miami ha riacceso i riflettori sul reparto arretrato, ora un po' corto nelle rotazioni, con il giovane Jesus Vallejo chiamato a prendere l'eredità del discusso ma spesso decisivo Pepe. Sembra dunque prospettarsi una stagione in cui Sergio Ramos e Raphael Varane saranno costretti agli straordinari come coppia di difensori centrali (Nacho è il jolly del reparto), mentre il giovane Theo Hernandez costituisce una buona alternativa al brasiliano Marcelo sull'out di sinistra.

Ancora in alto mare la costruzione della squadra dalla trequarti in su. Dato per scontato che Zidane voglia proseguire sulla strada del 4-3-3, è attesa a breve una ferma presa di posizione di Cristiano Ronaldo, reduce da un'estate da preda dell'Agenzia delle Entrate spagnola, con tutto ciò che ne è derivato sul piano mediatico e come reazione del portoghese. Il Pallone d'Oro lusitano deve ancora riaccendere i motori per la prossima stagione, così come Gareth Bale, storicamente in difficoltà a trovare immediatamente la miglior condizione, a causa di un fisico estremamente particolare, potente, esplosivo, ma spesso di cristallo. Come centravanti, rimane al momento il solo Karim Benzema, protetto di Zidane e Florentino, ma senza alternative, a meno di non voler considerare come tale il giovane Borja Mayoral. Ecco perchè, con James e Morata via, il più palla in questa pretemporada blanca è stato Marco Asensio, sempre più al centro dei piani del suo allenatore, con Lucas Vazquez nei panni di riserva di lotta e di governo. A Madrid sono in tanti ad attendersi un colpo di mercato in attacco: il nome più gettonato è quello di Kylian Mbappè, per il quale la Casa Blanca dovrebbe però svenarsi, magari prendendo in considerazione di accettare la corte del Manchester United per Bale. Ma, Mbappè o chi per lui, sembra questo un Real che ha perso parte dei suoi punti di riferimento, nonostante l'arrivo a centrocampo di un giocatore spagnolo dal grande talento, il giovane Dani Ceballos. Ed è proprio la mediana il reparto meno toccato dalla mini-rivoluzione estiva di Valdebebas. Al loro posto Modrid, Casemiro, Kroos e Isco, con Marcos Llorente aggiuntosi a Mateo Kovacic come seconda linea. Difficile prevedere se la rosa del Real Madrid sia in questo momento pronta per sostenere tutti gli impegni della stagione, Mondiale per Club compreso. Quel che è certo è che per inseguire il cambiamento si rischia di alterare ingranaggi ben oliati, in linea con la tradizione della presidenza Perez.