Uno degli uomini-mercato più discussi dell'intero panorama calcistico si è accasato con il più silente dei trasferimenti. Nessun rumor, se non alla vigilia, per un'operazione magistralmente conclusa dal Bayern Monaco, che si è aggiudicato - con un prestito biennale al costo di 5 milioni di Euro l'anno, più un obbligo di riscatto fissato a 35 milioni nel 2019 - James Rodriguez. Le cifre sono state comunicate dalla Bild ma non sono ancora ufficiali, probabilmente mai lo saranno in definitiva, ma non varierebbero comunque più di tanto. Certo, se rapportassimo la cifra (e la formula) al talento del colombiano, è chiaro che l'affare messo a segno da Rummenigge e soci sia strappa-applausi.
Ciò che ora conta davvero è però l'utilizzo del classe 1991 negli schemi di Carlo Ancelotti, che lo ha già allenato a Madrid nell'annata 2014/15. A livello di avvicendamento, alcuni equilibri sono indubbiamente saltati. La partenza di un'ala come Douglas Costa, riserva designata di Robben e Ribery all'interno del 4-2-3-1 disegnato da Carletto, richiedeva forse un innesto più simile al brasiliano, mentre invece in Baviera è arrivato un trequartista che deve occupare la zona centrale del campo, sostanzialmente la stessa di Thiago Alcantara, almeno sulla carta.
Con ogni probabilità, per far convivere il figlio di Mazinho e James insieme tra mediana e trequarti (o col primo a fianco di Vidal e il secondo trequartista centrale), Ancelotti dovrà inventarsi qualcosa di nuovo o chiedere un aiuto importante a chi la scorsa stagione ha un po' deluso le aspettative: Thomas Muller. La straordinaria capacità dell'home-boy di essere sempre al posto giusto al momento giusto, scegliendo sempre l'opzione migliore, permettono al tecnico italiano di schierarlo un po' ovunque nella metà campo avversaria, compreso l'out di sinistra della trequarti, territorio non del tutto esplorato dal ragazzo. Muller non è mai stato uno che rimane nel vivo del gioco, ha la tendenza di partire defilato e comparire in zona-gol, per questo per lui partire dalla fascia non sarebbe un problema: il suo spostamento in corsia permetterebbe a James di avere maggior libertà d'azione.
Posto Robben insostituibile a destra, dall'altra parte avere Ribery potrebbe presupporre una carenza di solidità in mezzo al campo - il solo Vidal non può garantirla da solo - e forse un eccesso di solisti che vanno ad occupare le stesse zone di campo, mentre Muller potrebbe invece girare al largo e tagliare all'interno nei momenti migliori. Impossibile, al momento, si presenti uno scenario di back in the days, secondo il quale potrebbe essere proprio James a spostarsi sulla corsia mancina, come accaduto rare volte quando vestiva la maglia del Porto.
L'innesto di Rodriguez porta inoltre Ancelotti alla rinuncia quasi obbligata al metodista di ragionamento in mezzo al campo, come era Xabi Alonso e come doveva essere Rudy, il quale a questo punto potrebbe scivolare fuori dallo starting XI standard - ovviamente, poi, su 50 possibili partite tutti avranno il loro spazio. Di fatto il fulcro e il cervello del gioco del Bayern si sposterebbero 20 metri più avanti, il compito del regista si suddividerebbe tra James e Thiago, con Vidal alle spalle a protezione, più limitato negli inserimenti. Sarebbe un equilibrio totalmente nuovo, da costruire con il passare dei giorni. Un equilibrio che non può prescindere dall'efficacia di Muller: se, a fine stagione, l'acquisto di James si rivelerà azzeccato, buona parte del merito potrebbe essere suo.