A incendiare per primi il calciomercato mondiale sono stati i portoghesi di A Bola, pubblicando ieri virgolettati relativi a Cristiano Ronaldo e alla sua ferma volontà di lasciare la Spagna e, conseguentemente, il Real Madrid. Casus belli, la presunta elusione fiscale di una cifra superiore ai quattordici milioni di euro, su cui sta indagando da tempo la Hacienda, l'equivalente spagnolo dell'Agenzia delle Entrate italiana.
CR7 ha già fatto trapelare - dal ritiro del Portogallo in Russia, dove è attualmente impegnato con la sua nazionale in vista della Confederations Cup - di "avere la coscienza a posto", e di essere allo stesso tempo furibondo per il danno di immagine già causatogli dal governo spagnolo. Sarebbe questo dunque il motivo principale dell'improvvisa voglia d'addio dell'asso lusitano, che in meno di ventiquattro ore ha sconvolto la Casa Blanca e allertato club di mezzo mondo. Eppure, secondo quanto riportato oggi dal quotidiano AS, Ronaldo, al corrente della vicenda fiscale già da settimane, avrebbe manifestato la sua intenzione di salutare il club merengue già da fine maggio, prima della Finale di Champions League, poi disputata e vinta a Cardiff il 3 giugno. La decisiva doppietta contro la Juve, il ritorno sul trono d'Europa, la conquista della Duodecima, la prospettiva di aggiudicarsi il quarto Pallone d'Oro della carriera, avrebbero contribuito a calmare le acque. Ma si sarebbe trattato di una tregua armata, se è vero che, secondo quanto riportato oggi dal Daily Mail, già a Cardiff il suo procuratore Jorge Mendes avrebbe avuto un primo abboccamento con Nasser Al-Khelaifi, presidente del PSG. Rabbia esplosa nuovamente negli ultimi giorni, dopo le accuse pubbliche relative alla situazione fiscale del portoghese, e che è sfociata ieri in un tam tam mediatico che ha coinvolto media lusitani e madridisti, tutti concordi nel confermare che al momento CR7 non avrebbe intenzione di tornare sui suoi passi. In casa Real la speranza è che le acque si plachino, che l'ira funesta di Ronaldo si tramuti in propositi meno bellicosi, e che tutta questa vicenda - clamorosa per portata economica ed eco mediatica - si chiuda con un ripensamento della stella più luminosa del firmamento blanco.
Non può però essere escluso lo scenario opposto, quello che vedrebbe il portoghese tenere il punto e chiedere ostinatamente la cessione. In un caso del genere, da Madrid fanno sapere che Ronaldo è sotto contratto fino al 2021 (rinnovo firmato pochi mesi fa), con una clausola rescissoria di un miliardo (!) di euro. Se CR7 ha davvero intenzione di andar via, porti con sè un'offerta adeguata (centinaia di milioni, ovviamente) e forse ne discuteremo, la posizione attuale del Real. Il presidente Florentino Perez non valuta infatti al momento la possibilità di privarsi del suo numero sette: troppo grave il danno d'immagine in caso di perdita del fenomeno da Madeira, per un club che si identifica ormai nel volto del suo Pallone d'Oro. Fin qui, le posizioni ufficiali delle parti in causa. Oltre la superficie c'è chi immagina invece che la vicenda fiscale sia solo il pretesto utilizzato da Ronaldo per cambiare aria, una volta ritenuto chiuso in maniera trionfale il suo ciclo a Madrid. Di qui le suggestioni Manchester United, PSG, Manchester City e Chelsea, mentre non troverebbero alcun riscontro le piste cinesi e statunitensi, troppo poco competitive per un agonista del calibro del lusitano. In attesa di capire se la tempesta si attenuerà o se viceversa si trasformerà in un vero e proprio uragano, il Real è costretto a rivedere i suoi piani di cessione: bloccata quella di Alvaro Morata al Manchester United, riviste le posizioni di Gareth Bale e James Rodriguez. Intanto proseguono i contatti con il Monaco per Kylian Mpabbè, che i monegaschi continuano a valutare oltre 120 milioni di euro, mentre sui quotidiani di Madrid già si fanno i nomi di eventuali sostituti di CR7: da Paulo Dybala a Ousmane Dembelè, passando per Robert Lewandowski e Antoine Griezmann. Fantamercato, per ora, perchè al momento Florentino Perez non vuole sentire parlare di addio del suo uomo simbolo.