Chi frequenta da vicino Zinedine Zidane, lo descrive come letteralmente ossessionato dalla condizione atletica del suo Real Madrid. Come già accaduto lo scorso anno, quando Zizou dedicò le prime settimane del suo nuovo incarico al lavoro fisico della squadra, anche in questa stagione la bontà dell'operato del preparatore italiano Giuseppe Pintus ha finito per fare la differenza. Dopo aver corso a mille fino a Natale, aggiudicandosi Supercoppa Europea e Mondiale per Club, i merengues hanno infatti superato di slancio un fisiologico calo a cavallo tra gennaio e febbraio, per riprendere poi a volare negli ultimi tre mesi della temporada. 

Zinedine Zidane. Fonte: LaLiga.es

E la gestione delle forze è risultata la chiave vincente di un Real Madrid tornato sul trono di campione di Spagna, a cinque anni dall'ultima volta (dalla famosa Liga dei record conquistata da Josè Mourinho). Zidane ha attuato un turnover semi-scientifico, segnando la differenza con i rivali catalani del Barcellona, aggrappati quasi sempre agli stessi undici.

Sergio Ramos dopo il gol al Camp Nou. LaLiga.es

La Casa Blanca ha sfruttato così una rosa ampia e varia, in cui tutti, dai difensori agli attaccanti di riserva, si sono guadagnati momenti di celebrità. In una stagione in cui Pepe ha fatto la spola tra il campo e l'infermeria, il canterano Nacho si è rivelato una piacevole sorpresa, esattamente come Mateo Kovacic a centrocampo, il croato che ha rimpiazzato Casemiro per un paio di mesi, da fine settembre agli inizi di dicembre. Anche James Rodriguez, Marco Asensio, Lucas Vazquez e Alvaro Morata hanno messo insieme numeri importanti, in una rosa che di colpo si è sentita valorizzata e protagonista nella sua interezza. Per non parlare di Danilo e Kiko Casilla, inseriti con cautela ma pur sempre attori e non spettatori del successo finale del Madrid.

Marco Asensio e Isco. LaLiga.es

Ma se il turnover è stata la chiave per mantenere tutti sulla corda, le rotazioni di Zidane sono servite soprattutto a lucidare la condizione fisica di alcuni pezzi da novanta della Casa Blanca, gli uomini decisivi, quelli di cui non si poteva fare a meno nei momenti importanti. Si parte ovviamente da Cristiano Ronaldo, che ha chiuso la stagione tornando a segnare con continuità, sempre più vicino alla porta e nuovamente al top nel rettilineo finale della temporada.

Cristiano Ronaldo. LaLiga.es

Senza sottovalutare l'apporto di Karim Benzema, il centravanti che ha aperto spazi e agevolato il compito del suo più illustre compagno, passando per Luka Modric e Toni Kroos, cervelli di un centrocampo mai così completo. Chi non ha invece quasi mai riposato è stato Marcelo. Il terzino brasiliano, vero e proprio play decentrato, è risultato decisivo con il suo gol di destro al Valencia (in una curva pericolosa della stagione merengue), uomo in più di una squadra che ha sfondato spesso dal lato sinistro dell'attacco. Dall'altra parte si è affermato definitivamente Dani Carvajàl, il terzino tutto corsa e umiltà divenuto anche un esterno di qualità, mentre Sergio Ramos ha vestito i panni del capitano, dell'uomo dei gol pesanti (al Barça nel Clasico d'andata e contro il Deportivo al Bernabeu). Keylor Navas ha infine riscattato una prima parte di stagione balbettante con un finale imperiale, in cui è tornato a parare anche le mosche, estremo difensore di una retroguardia che però non hai mai finito di concedere occasioni agli avversari. Casemiro è stato il buttafuori di Zidane, il giocatore che accompagna all'uscita gli avversari, ospiti sgraditi in contropiede e in transizione, Raphael Varane ha dato ancora una volta un saggio delle sue potenzialità, che paiono tuttavia non completamente espresse.

Isco. Fonte: LaLiga.es

Ma l'uomo copertina di un Real versione cooperativa è Isco. Il malagueno, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2022, ha trovato via via sempre più spazio, fino a prendere il posto dell'infortunato Gareth Bale (fantastico per tre mesi, poi sparito a causa di un intervento chirurgico alla caviglia) nel finale di stagione, in un 4-3-3 ridisegnato, che ha visto il folletto andaluso prendere possesso della trequarti blanca, incantando con le sue giocate di pura magia (Gijòn e La Coruna le due partite manifestando) fino a decidere anche il match de La Rosaleda, con un assist al bacio per il solito CR7. Dopo cinque anni dall'ultimo titolo, il Real torna così padrone di Spagna: per interrompere il dominio blaugrana serviva davvero una stagione di grande continuità, quella di un Real Madrid sempre sul pezzo, anche con il suo Plan B, schieramento alternativo che ha consentito ai titolari di rifiatare e di dare il meglio di se stessi nelle serate di gala.