Una caduta rovinosa, inattesa quanto fragorosa. Il pareggio del Real Madrid nel pomeriggio del derby della Capitale offriva al Barcellona di Luis Enrique la ghiotta possibilità, in casa di un Malaga sì rabbioso per una pessima situazione di classifica ma quasi mai continuo e rampante, di operare il momentaneo aggancio in vetta alla Liga, riaprendola in attesa del recupero dei blancos. I blaugrana tuttavia non ne approfittano, sciogliendosi nella rovente Rosaleda, crollando fisicamente e mentalmente davanti alla garra ed alle ripartenze dei padroni di casa di Gonzalez.
Primo tempo apparentemente in controllo, ma che quasi mai ha dato la sensazione del solito dominio da parte di Messi, Suarez e compagni; il gol di Ramirez ha aperto una ferita discretamente lancinante sul corpo di un Barça mai pienamente in partita, che con il passare dei minuti si è definitivamente perso nelle pieghe di un insuccesso sempre più vicino. “La classifica è questa, ognuno ha i propri meriti e dobbiamo continuare. Abbiamo perso un’occasione, spero che la prossima volta non lo faremo" ha commentato Don Andrés Iniesta al termine della contesa, sottolineando la scarsa prestazione offerta dalla squadra catalana. Il faro del gioco di Luis Enrique, entrato in corso d'opera prendendo il posto di Denis Suarez, non si appella inoltre all'arbitraggio, proseguendo inoltre nella sua analisi volgendo lo sguardo alla sfida contro la Juventus: "Ci sono state molte interruzioni, cartellini ma se si parla di arbitri non andiamo da nessuna parte. C’è fiducia per la gara di Torino contro la Juve? Mancano ancora pochi giorni e questi errori ci penalizzano molto. Dobbiamo cambiare testa per cercare di fare una buona gara in Italia”.
Già, cambiare testa. La stessa apparsa visibilmente annebbiata nel corso della sfida di Malaga. Conseguenza, probabilmente diretta, di una stanchezza fisica che ha appannato le brillanti menti dei blaugrana, stranamente imprecisi anche in fase di fraseggio. Nella ripresa non è arrivato il cambio di passo, di marcia, che i tifosi ospiti si auspicavano, così come probabilmente anche l'allenatore. L'ansia e la rabbia, unita ad una frustrazione sempre crescente, è successivamente sfociata nell'espulsione di Neymar, figlio dell'incapacità del Barcellona di imporre il proprio credo sul terreno di gioco.
Adesso, tuttavia, è tempo di resettare, per quanto difficile possa essere, ed archiviare quanto prima la sconfitta ed il capitolo Liga, con la Champions e la Juventus sullo sfondo, pronti ad approfittare di qualsiasi sbavatura dei blaugrana allo Stadium. Una battuta d'arresto troppo brutta per essere vera e per essere imputata all'arbitro oppure ad una semplice serata storta. Luis Enrique deve imparare dalla trasferta della Rosaleda e trarne beneficio, soprattutto tatticamente, con il Malaga che potrebbe aver anticipato i temi che la Juventus metterà sul terreno di gioco nella doppia sfida di Champions. Stavolta, però, in Europa non ci saranno margini di errori così ampi, con i blaugrana che già una volta, a Parigi, hanno giocato con il fuoco scottandosi. Staremo a vedere se hanno imparato la lezione.