Si ferma a La Rosaleda di Malaga la rincorsa al titolo di Liga per il Barcellona di Luis Enrique, sconfitto 2-0 dai padroni di casa al termine di un match in cui i ragazzi di Luis Enrique hanno messo a nudo tutti i loro limiti. Compatta ed organizzata, la formazione di Michel, è stata capace di sfruttare i punti deboli di un Barça abulico davanti e disorganizzato dietro. A pesare sul risultato, va segnalata anche l'espulsione di Neymar, nervosissimo così come i suoi compagni, sin dal kick off del match. Per i ragazzi di casa, che possono far festa grazie ai gol di Sandro e Jony, è un successo che risveglia gli entusiasmi dopo un periodo di grande difficoltà. Per il Barça, alla vigilia della sfida con la Juventus, è probabilmente, il definitivo addio ai sogni di confermarsi Campione di Spagna.
Tornato a respirare grazie allo striminzito successo sullo Sporting Gijon - successo che ha spezzato una serie negativa durata sette turni - il traballante Malaga di Michel approccia senza paura alla sfida con i marziani del Barça.
Il tecnico spagnolo conferma il 4-2-3-1, ribadendo fiducia in Sandro, già decisivo nel turno infrasettimanale. Alle spalle dell'ex culé, Fornals, Juankar e Juanpi formano il terzetto di trequartisti, con Camacho e Recio a presidiare la zona mediana del campo.
Con il pensiero già proiettato verso lo Juventus Stadium, il Barcellona di Luis Enrique - certamente compiaciuto dal pari nel Derby di Madrid - si presenta a La Rosaleda con la grande chance di azzerare il vantaggio del Madrid e riaprire in via definitiva la Liga.
Lucho, lo si comprende dalle scelte, pensa alla Champions: fuori Iniesta e Rakitic, a centrocampo ci sono Denis Suarez e André Gomes assieme a Busquets. Anche in difesa, con l'ingresso di Mathieu per Piqué, i blaugrana tornano a quattro, costringendo Umtiti allo scomodo ruolo di terzino destro. Davanti, c'è la MSN al gran completo.
I PRIMI 45' DI GIOCO:
Dinanzi al sold out de La Rosaleda, i padroni di casa, spinti come non mai dal pubblico amico, scattano col freno a mano tirato. Contratti, forse intimoriti dai calibri a loro opposti, i ragazzi di Michel si pongono a difesa dei pali senza che il Barça imprima chissà quale ritmo.
Dopo qualche fase caratterizzata da falli al limite e qualche accenno di tensione - da ambo le parti - il Barcellona si illumina come suo solito, creando dal nulla una limpida chance per passare in vantaggio. La sgroppata di Jordi Alba viene snobbata dai centrocampisti di Michel, tagliati fuori così come i difendenti, dal pallone magnifico che lo spagnolo serve sulla corsa di Suarez. Il pistolero controlla e spara, ma Kameni, con la sua mole imponente, è un autentico muro su cui sbatte il sinistro del nueve.
Sarà questo l'unico sussulto in grado di produrre un Barcellona spento, abulico e disattento. Un Barcellona che nel primo tempo si perde in un bicchier d'acqua, abboccando alle frecciate del Malaga e de La Rosaleda. Tensioni, proteste ed atteggiamenti fuori luogo - vedi la stupida ammonizione che si procura Neymar - caratterizzano i restanti 30' di gioco di un Barça illuminato solo dalle imbucate di Messi. Una delle tante sembra perfetta per l'inserimento di André Gomes, friabile nel contatto - regolare - che permette a Rosales di sbrogliare con il più classico dei tagliafuori.
Dall'altra parte, il Malaga fa poco per mettere in pensiero Ter Stegen. Nel poco però, si rivela la giocata con cui gli andalusi trovano l'inatteso gol del vantaggio: un'errata tattica del fuorigioco - l'errore da matita blu lo compie Mathieu - tiene in gioco Sandro, che lanciato in campo aperto, non si impietosisce dinanzi al portiere tedesco, freddando tutta la panchina culé.
I SECONDI 45' DI GIOCO:
Dopo aver assistito a una delle prestazioni peggiori della stagione, Lucho decide per l'ingresso di Iniesta e Sergi Roberto nel tempo d'intervallo. L'illusionista rileva Denis Suarez, mentre l'esterno va a prendere le posizioni di Umtiti, restituendo al francese il ruolo da centrale difensivo.
Con i due innesti a giostrare sulla scacchiera blaugrana, almeno in avvio di ripresa, le cose non sembrano cambiare. Allo scoccare dell'ora di gioco, dopo 15' di ulteriore sonnolenza in cui l'occasione - l'unica - l'ha crea ancora il Malaga, Luis Enrique cambia ancora decidendo per l'ingresso di Paco Alcacer al posto di André Gomes.
Questa mossa ridisegna l'assetto blaugrana, costringendo il Malaga a rintanarsi con maggior frequenza all'interno degli ultimi sedici metri. L'accenno di Barça però, dura giusto due o tre giri di lancette: il nervosissimo Neymar infatti, completa nel peggiore dei modi la sua serata rimediando un'espulsione frutto di due sciocche ammonizioni.
A quel punto, costretto ad attaccare e con un uomo in meno, il Barcellona finisce per concedere in modo sistematico ripartenze in campo aperto ai velocisti andalusi.
Le occasioni migliori infatti, non capitano sui piedi di Messi & Co, bensì su quelli degli attaccanti di Michel. A tal proposito, l'ingresso di Penaranda manda in tilt il castello difensivo degli ospiti costretti a rischiare più e più volte la tattica dell'offside alto.
Nel finale, l'episodio spacca partita si verifica, ma Gil Manzano è di parere opposto: Sergi Roberto viene atterrato in area di rigore, ma per il direttore di gara si tratta di semplice calcio di punizione. L'errore sa di sentenza per un Barça incapace di creare occasioni dalle parti dell'inoperoso Kameni.
Nei minuti conclusivi, l'harakiri culé trova coronamento in un pallone perso a centrocampo e consegnato al contropiede 3 vs 1 con cui i padroni di casa chiudono il match. Charles e Fornals duettano a meraviglia prima di lasciare l'esecuzione del tiro - a porta sguarnita - al subentrato Jony. E' il coltello che entra definitivamente nel petto del Barça, nudo di fronte agli errori ricorrenti di una stagione dai mille volti.
La Liga sembra andar via, mentre martedì ad attendere Lucho c'è la Vecchia Signora. Intanto, per una notte, per questa notte, a far festa è il pubblico di Malaga.