Le formazioni
Il Real di fatto cambia pelle, mandando in panchina 9 degli 11 che hanno vinto mercoledì l’ultima sfida de LaLiga con il Leganès, tra cui l’autore della tripletta Alvaro Morata. In campo per Zidane ci sono gli 11 della finale di Milano, che hanno conquistato l’undicesima Champions della storia delle merengues: davanti a Keylor Navas, spazio a Carvajal, Pepe, Ramos e Marcelo; sopra di loro il triangolo di centrocampo con vertice basso Casemiro e mezzali Modrić e Kroos; oltre al classico tridente, la BBC.
Simeone invece deve confermare interamente la formazione che ha superato la Real Sociedad al Calderòn martedì, ossia il 4-4-2 formato da Jan Oblak, difeso da Juanfran, Savic, Godin, e Filipe Luis; quartetto di centrocampo ricco di atletismo e talento, con Saul, Koke, Gabi e Carrasco, dietro a Griezmann e Fernando Torres.
La partita
Il primo spauracchio della gara lo provano i blancos al terzo minuto, proprio su un calcio da fermo (è la specialità della casa: il Real è la squadra, ne LaLiga di quest’anno, che ha realizzato il maggior numero di reti su palla inattiva) battuto da Filipe Luis, sul quale difende malissimo la retroguardia di Zidane, che permette la spizzata a Saul, con la quale il centrocampista spagnolo lambisce il palo. 7 falli nei 10 minuti successivi rendono la genesi di questo derby frammentata e convulsa, ma ci pensa Ronaldo al 15’ a dare uno scossone, con un potente destro che impegna seriamente per la prima volta il portiere colchonero Oblak.
L’Atletico sembra patire la freschezza dei rivali, reduci dal forte turnover contro il Leganès che ha concesso la miglior condizione fisica possibile al gruppo di Zidane, decisamente più reattivo e prestante rispetto all’Atletico nella prima mezzora. Al 28’ Jan Oblak è chiamato a cimentarsi nella seconda parata decisiva della gara, quando Benzema supera un Juanfran alquanto sottotono e spara il destro dal limite, la cui traiettoria verrà allungata sopra la traversa dal 24enne portiere sloveno. Esondante però l’offensiva della capolista de LaLiga, che al 30’ trova l’occasione più piccante della prima frazione con il destro di Ronaldo, che supera il portiere e sembra poter insaccarsi comodamente, ma viene clamorosamente rimontato dal rientro di uno straordinario Stefan Savic, che alza nuovamente in calcio d’angolo.
Si gioca sostanzialmente in una metàcampo sola, quella dell’Atletico Madrid. Ma paradossalmente, nel miglior momento delle merengues, arriva la più grande occasione avversaria: un eclatante errore di Sergio Ramos in fase di impostazione regala la sfera a le petit diable, Antoine Griezmann, che dopo 20 metri di corsa verticale tenta il mancino, deviato in angolo da Navas, che si sporca le mani per la prima volta al 39’. Ma con due portieri così, c’è poco da fare, si torna negli spogliatoi sul risultato di 0-0.
Ripresa inizialmente senza cambi, che conferma le sensazioni odorate nel primo tempo: il Real suona la carica grazie ad una condizione superiore, l’Atletico arranca in difesa e tenta timidamente il contropiede, spesso infruttuosamente. Il terzo jolly di Oblak viene calato a 5 minuti dall’inizio della ripresa, in un’uscita su Benzema, trovato ottimamente dalla sponda aerea di Ronaldo: il portiere anticipa assai coraggiosamente il francese e gli sbarra lo specchio della porta con la sagoma del corpo, evitando di fatto il vantaggio blancos.
Vantaggio che però era nell’aria da tanto, troppo tempo, e che arriva con la zuccata di Pepe due minuti più tardi, ancora su calcio da fermo (24esimo goal su palla inattiva della stagione del Real Madrid). L’Atletico però è quel tipo di squadra che emerge nelle situazioni di difficoltà, che nei momenti difficili prende quel coraggio, quella forza d’animo necessari per pareggiare il divario (che sia tecnico, o di condizione) con gli avversari. E infatti quando scorre il 60esimo minuto la più colossale delle occasioni non viene sfruttata dai colchoneros, nella fattispecie in particolare da Fernando Torres, che solo, senza pressione, davanti a Navas, spara sul portiere.
Simeone prova a mischiare le carte e ad immettere linfa in attacco, oltre a muscoli nel centrocampo: dentro quindi Correa e Thomas, al posto di Saul e Torres, con i colchoneros che assumono una sistemazione simile ad un 4-3-3.
Negli ultimi minuti la banda di Simeone cerca di raggruppare le ultime forze rimaste, di farle esplodere interamente negli ultimi attimi di questo derby. E incredibilmente, trovano il pari. All’85’. Con Antoine Griezmann. L’uomo che decise la scorsa edizione del derby madrileno al Bernabèu, incanta anche oggi, con un sinistro che beffa Navas quasi sul finire di gara. Meritava decisamente di più questo Real, autore di un grande calcio e per larghi tratti, di una gara dominata. Ma un complimento va fatto senz’altro all’Atletico Madrid di Simeone, che anche in condizione precaria e con una formazione rimaneggiata, va a pareggiare all’85’ con una forza d’animo, un carattere impareggiabili. E ciò è confermato da un dato: con il gol di Griezmann, sono 20 le reti dell’Atletico, in questa stagione, dopo il 75’ minuto.