Chiamatelo Der Klassiker, chiamatelo German Clasico: la sfida tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund termina 4-1 per i padroni di casa, che salgono a 10 punti dalla seconda in classifica (Lipsia) e archiviano totalmente la pratica Bundesliga. Testa già a mercoledì, quando i bavaresi sfideranno il Real di Zidane, che oggi è stato fermato nel derby di Madrid dall'Atletico. Partita amara invece per il Borussia di Tüchel, che forse si è presentata in maniera troppo presuntuosa per affrontare una gara simile. Invariato quindi il distacco con l'Hoffenheim per la contesa al terzo posto, che dista ancora 1 punto.
Le formazioni
Il Bayern orfano di Manuel Neuer e Müller, oltre ad Hummels in panchina (a riposo in vista della gara di Champions League, di settimana prossima, con il Real Madrid), si presenta ad una delle sfide più sentite dell’anno con un 4-2-3-1: Ulreich tra i pali, difeso da Lahm, Javi Martinez, Boateng ed Alaba; Alonso e Vidal coppia mediana dietro ai 3 sulla trequarti, ovvero Robben, Alcantara e Ribery; a sostegno dell’ex Robert Lewandoski.
Anche Tüchel deve fare i conti con diverse assenze pesanti (Götze e Reus), prova a giocarsela all’Allianz Arena con un 3-4-2-1 caratterizzato da grande estro e freschezza: Bürki dietro al blocco di centrali Bartra, Soktratis e Ginter; Schmelzer e Passlack sulle fasce, con mezzali Guerreiro e Castro. Tridente offensivo composto da Pulisic, Aubameyang e Dembélé.
La partita
Se nelle ultime quattro sfide ufficiali tra le due squadre sono stati segnati appena tre gol, in questa partita sono bastati 20 minuti per pareggiare il bilancio. Un inizio di gara ad altissimo ritmo, ricco di capovolgimenti di fronte e di rapide transizioni, guidate spesso da uomini dalle esuberanti doti atletiche e muscolari come Robben e Dembélé, che di fatto hanno seminato il panico nella fascia destra d’appartenenza. Dopo nemmeno 100 secondi dal fischio di Fritz, il Dortmund trova la prima conclusione pericolosa proprio con il francese classe '97, che arriva al tiro dopo la solita discesa dall’out di destra, ma il tentativo è sbilenco e termina a lato. Sussulto iniziale che fa arrabbiare non poco Carlo Ancelotti, il quale però si consolerà molto presto: il gol del vantaggio infatti arriva qualche secondo più tardi, al 3’ minuto, quando Lahm mette in mezzo dalla destra un pallone teso, arretrato, in area di rigore, il quale viene raccolto da un altro francese, Franck Ribery, che insacca con un cinismo singolare il pallone dell’1-0. Il Dortmund non insacca bene il colpo dei rivali bavaresi, che perseverano nell’attacco con un’insistenza che si rivelerà poi vincente. Al 10’ è l’ex più atteso, Robert Lewandoski, a raddoppiare per i padroni di casa, con uno splendido calcio di punizione (distanza circa 25 metri) da posizione centrale, che sorvola il capo di Dembélé ed inganna l’incolpevole Bürki: 2 gol in men che non si dica, e la partita si mette già in discesa per i campioni di Germania.
Sembra essere il gancio al mento che potrebbe stendere definitivamente i galloneri di Dortmund, che privati del possesso di palla (fase che di solito è favorevole alla formazione di Tüchel) sembrano palesare una fatica non indifferente. Nel calcio, però, nulla è finito finché l’arbitro non fischia tre volte. E infatti a riaprire la gara arriva puntuale l’errore tecnico (probabilmente dovuto da un calo di concentrazione, dato dal doppio vantaggio) di Arturo Vidal, che rinvia erroneamente il pallone e lo consegna all’incombente Guerreiro, che dal limite spara una cannonata mancina che punta l’incrocio dei pali. Gol pazzesco, risultato pazzesco: in 20 minuti siamo già sul 2-1. Punteggio che quindi è soggetto a continui e repentini mutamenti, ma la realtà è che il Bayern mantiene con convinzione le redini del gioco in mano. Viene spesso cercato Robben, che coadiuvato dall’apporto dell’inesauribile Lahm mette in seria confusione il reparto difensivo del Borussia Dortmund, arrivando in quattro occasioni al tiro, e ogni volta il brivido lungo la schiena di Bürki è quasi tangibile. Nel prosieguo del primo tempo qualche accenno di ripresa del Borussia, che attacca prevalentemente, come detto in precedenza, con la velocità di Dembélé, ma senza risultare pericoloso dalle parti di Ulreich. Al duplice fischio di Fritz, che manda le squadre negli spogliatoi, il risultato è di 2-1.
Ripresa che resta fedele al tema presentato in precedenza: il Bayern tiene palla, fa correre l’avversario, e arriva al tiro con una facilità clamorosa. Il problema, per il Borussia Dortmund, è che spesso e volentieri a tirare è un cecchino dalla sovrannaturale precisione, che di nome fa Arjen Robben: al quinto tentativo, infatti, l’olandese trova l’angolino che ha ricercato per tutta la gara, dopo la peculiare azione personale, che continua a contraddistinguerlo dopo tanti anni di carriera. Doppio vantaggio Bayern, quindi, all’ora di gioco.
La risposta di Tüchel si chiama Emre Mor, collocato come esterno sinistro in un 4-3-3 pensato appunto per tentare di arginare le sgommate del 10 bavarese, che però non accenna a placarsi nonostante le contromisure, dato che a fine partita potrà contare 8 conclusioni (3 verso la porta di Bürki, una vincente). Al 67' Aubameyang ha la possibilità di riaprire la gara, ma si divora il gol del 3-2, invitando di fatto il Bayern alla ripartenza che genererà il rigore del 4-1. Gol segnato dell’implacabile Lewandoski, che prima si procura il fallo da rigore, e poi incrocia con il destro per la doppietta personale, che vale il 26esimo gol in campionato e il primato in classifica marcatori.
La partita termina così, con una prova devastante del Bayern, che con questa vittoria assolutamente disarmante ai danni del Borussia Dortmund si conferma regina assoluta di Germania, ricaccia al minimo l’autostima di una rivale che forse pensava di essersi avvicinata abbastanza da potersela giocare con i bavaresi. Prestazione fantastica di Arjen Robben, che sembra essere al top della forma fisica e mentale. E questo potrebbe essere un problema per il Real Madrid.