Ci sono voluti mesi di rodaggio ma sembra che Luis Enrique abbia trovato la formula magica per far girare a meraviglia il suo Barcellona. La partita di ieri è stata la massima esaltazione del nuovo modulo ideato dall'ex tecnico della Roma e, grazie a un primo tempo da urlo, il Siviglia è stato spazzato via come una foglia in autunno, volatilizzatasi in un pomeriggio di gol e non solo. Quello a cui abbiamo assistito ieri è stato, forse, il miglior primo tempo della stagione del Barcellona che poi, con il risultato in ghiaccio, ha preferito allenarsi nel secondo tempo per non sprecare troppe energie.

Già, le energie, la squadra catalana tornerà in campo sabato contro il Malaga, giornata in cui potrebbe esserci uno snodo importante visto che quattro ore prima andrà in scena il derby di Madrid e, dalle parti del Camp Nou, si augurano che Simeone possa fare lo scherzetto ad un Real Madrid che, forse, ha già la testa al Bayern Monaco. La testa alla Champions ce l'ha inevitabilmente anche il Barcellona ma la prestazione di ieri, per quantità e soprattutto qualità, può dar forza alla squadra di Luis Enrique in vista del doppio confronto con la Juventus che, per antonomasia, è sempre una squadra difficilissima da affrontare. 

Addentrandoci nella partita di ieri ci si può solo spellare le mani per applaudire i ragazzi di Luis Enrique che rifilano un'autentica lezione di calcio a quel Sampaoli che sta perdendo il timone della barca andalusa. La prima frazione è da far vedere alle scuole calcio anzi, la prima mezz'ora in cui il Siviglia sembra un pugile suonato ancor prima di ricevere i colpi da ko. Si capisce che sarà una giornata difficile per gli uomini dell'ex allenatore del Cile già dai primi 300 secondi in cui la sua squadra non vede mai la palla e rischia di capitolare dopo tre minuti, quando Messi pulisce le ragnatele posizionate sull'incrocio. E' proprio la posizione della Pulce a creare problemi alla difesa e al centrocampo del Siviglia: il numero dieci spazia dal centrocampo all'attacco, fino ad arrivare alla sua fascia destra nell'occasione del primo gol in cui Suarez delizia la platea con la classica "Chilena".

Il calcio del Barcellona è veloce, quasi ipnotico, con un Iniesta che pratica un altro sport a centrocampo. La difesa del Siviglia ci mette del suo regalando un contropiede facile facile al Barcellona che porta al gol Messi che, non sazio, realizza la sua doppietta personale arrivando a quota 43 gol in 41 partite in stagione, 27 in campionato con annessa prima posizione per la Scarpa D'Oro. La partita, sostanzialmente, finisce al trentatreesimo ed è un miracolo che il Siviglia rientri negli spogliatoi con solo tre gol al passivo. Nei restanti dieci minuti del primo tempo, i blaugrana creano altre palle gol e non rischiano nulla. 

La ripresa è un allenamento davanti a novantamila spettatori, Luis Enrique fa riposare Suarez e lo squalificato Rakitic lanciando ancora una volta in campo Alena, centrocampista classe 98' di sicuro avvenire. Il capo chino di Sampaoli a fine partita è l'immagine del Siviglia che cade, sprofonda nel diluvio del Camp Nou mentre il Barcellona non è mai stato più in forma di così, siamo ad Aprile.