Il giorno che tutti i tifosi juventini – e non – aspettano con ansia sta per arrivare. L’11 aprile allo Juventus Stadium arriva il Barcellona, per quello che sarà il match d’andata dei quarti di finale di Champions League. Una sorta di rivincita della finale di Berlino nel 2015, quando i blaugrana si imposero 3-1 sugli uomini di Massimiliano Allegri ed alzarono la loro quinta Coppa.

Ad aprire le marcature la sera del 6 giugno di due anni fa fu Ivan Rakitic che oggi ad Extratime, allegato settimanale della Gazzetta dello Sport dedicato al calcio internazionale, concede una lunga intervista, cominciando a parlare proprio dei prossimi avversari europei: “Da quanti anni vince la Serie A? Sei? Ecco, appunto. Due anni fa era in finale di Champions, non è che non ha giocato il torneo negli ultimi 5 anni. Prima cosa. E poi per me la Juve, quando si parla di calcio italiano, è un punto di riferimento preciso, e posso estendere il concetto anche all'Europa. Ha una storia spettacolare e oggi è tra i 5-10 migliori club al mondo, è difficile da affrontare ed è abituata a vincere, ce l'ha nel dna. Sarà una sfida complicata per noi”.

La prima gara si giocherà allo Juventus Stadium, impianto che a Rakitic evoca bellissimi ricordi: “3 anni fa da capitano alzai l'Europa League col Siviglia dopo il successo sul Benfica”. A Torino mancherà Sergi Busquets causa squalifica: “Sono anni che rende a livelli altissimi e ci mancherà, ovvio. Però siamo un gruppo numeroso e troveremo una soluzione: nelle ultime gare abbiamo dimostrato di poter giocare con sistemi differenti. L'importante è non ripetere gli errori di Parigi”.

Il Barcellona è stato ad un millimetro dall’eliminazione contro il Paris Saint-Germain, superato dopo una pazzesca rimonta culminata nella rete di Sergi Roberto a 20 secondi dalla fine, dopo che Neymar aveva trovato una doppietta, prima su punizione e poi su rigore: “In panchina quando ci fischiano la punizione non avevamo dubbi: "Bisogna segnare. Se lo facciamo può succedere di tutto", dicevamo. Gol. Da lì loro negli ultimi 7 minuti hanno azzeccato appena 4 passaggi, la nostra pressione è stata eccezionale. Poi il rigore: "Dobbiamo segnare e poi fare anche il 6° gol perché non può finire così, la storia non può restare incompiuta". Gol. E l'ultima punizione, la ribattuta, ter Stegen che recupera la palla, Ney che crossa, Sergi che segna, lo stadio che esplode… Con tutto il rispetto per il Psg penso che tutti gli amanti del calcio quella sera siano diventati del Barça perché abbiamo fatto una gara storica, un'impresa del genere non era mai stata realizzata e non so quanti anni dovranno passare prima che si ripeta".

Rakitic e Mandzukic con la maglia della Nazionale croata, www.sun.co.uk
Rakitic e Mandzukic con la maglia della Nazionale croata, wwwthe.sun.co.uk

Non è un mistero che Ivan Rakitic fosse uno dei nomi sulla lista di Marotta per sostituire Pogba in estate e dopo lo sbarco a Torino di Dani Alves, sembrava potesse concretizzarsi la trattativa, tanto che sul Sun si parlava di una partecipazione del croato ad un gruppo su Whatsapp chiamato “Juventus”, insieme ai due suoi connazionali bianconeri Pjaca e Mandzukic ed al terzino brasiliano: “Mi trovo molto bene con Dani, ma non esiste nessun gruppo”. Da anni Rakitic e Mandzukic condividono invece la maglia della nazionale e si conoscono molto bene: “Mandzu ha un carattere speciale: vuole sempre aiutare la squadra, si sacrifica per gli altri. Anche quando gioca più centrale si fa in quattro rientrando e muovendosi ovunque. In questa nuova posizione da laterale fa l'80% del lavoro: torna, pressa, ruba, sale… Mandzu è così”.

E poi, tanti elogi alla Juventus: “Non vedo difetti. Da anni ha le idee molto chiare, è una squadra nella quale le cose non succedono per caso. Per questo sarà dura: sa giocare sotto pressione, anche quando va sotto non perde la testa e se va in vantaggio sa cosa fare. Una squadra molto molto completa, candidata alla vittoria in ogni competizione”.

Chiusura dedicata ad un’altra squadra italiana, la Roma, che vedrà l’ingresso in società di un dirigente che Rakitic conosce dai tempi di Siviglia, Monchi: “Se davvero andrà alla Roma sarà candidata a tante cose, di sicuro. La Roma ha già una buona squadra e per me Monchi è impressionante. Prendere lui è come prendere 10 giocatori nuovi: per quanto lavora, per la sua implicazione, per la sua conoscenza. Sarebbe una cosa molto positiva per un club che è già grande e ha alle spalle una bella storia ma al quale spesso è mancato solo l'ultimo passo per trionfare”.