A La Rosaleda l'Atletico non brilla, ma vince: nella gara valida per la 29esima giornata di Liga, i Colchoneros gelano il Malaga con un gol per tempo, avvicinandosi alla qualificazione diretta in Champions, superando per una notte il Siviglia.

Si assiste ad un inizio deciso del Malaga, che mette in prematura difficoltà la banda del Cholo Simeone, che conferma le recenti difficoltà anche sul piano dell’intensità di gioco. È un Atletico che oggi, inoltre, arriva alla gara decisamente rimaneggiato: assenti Vrsalijko, Gameiro e Carrasco, oltre a Godìn seduto in panchina precauzionalmente, dati gli impegni di settimana scorsa con la nazionale. La poca lucidità da parte di entrambe le squadre rende piuttosto noioso, fastidioso lo scorrimento della gara, gestita dai locali che navigano tranquillamente nella metà campo avversaria, senza mai però chiamare in causa il portiere sloveno Oblak. Ma nel gioco del calcio, si sa, coccolare il pallone serve a poco se non si ha idea di che farsene, e infatti al 25’ l’Atletico Madrid passa in vantaggio con il gol siglato da Jorge Resurrecciòn Merodio, conosciuto in altresì modo come Koke: il talento madrileno sfrutta il lavoro in rifinitura del sempreverde Fernando Torres, che crea il passaggio sul quale si inserisce il centrocampista di Simeone, che a sua volta supera Kameni con un tocco beffardo (tra l’altro, è un periodo particolarmente fertile per il 25enne rojiblanco, che ha incasellato 3 reti nelle ultime 3 partite, oltre ai 2 assist a referto).

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Questo 1-0 è un lampo, una scossa nel placido cielo di Malaga, che tenta la rimonta con una coraggiosa convinzione. Alla fine del primo tempo il parziale sorride ancora ai colchoneros, ma al 42’ Oblak ha dovuto sporcarsi le mani su un tentativo dell’ex Catania Keko, che con un geniale colpo di tacco spalle alla porta stava per inventarsi il gol dell’anno.

Juanfran alimenta un'azione dal corridoio destro | [email protected]

Ripresa dal tono soporifero, specchiale alla prima frazione: poche idee, personalità ancora meno, zero spettacolo e noia totale. Gli ospiti -palesemente singhiozzanti, causa assenti illustri - perseverano con la loro filosofia, che punta a trasformare in oro le transizioni offensive e mantengono senza difficoltà il vantaggio maturato nel primo tempo grazie alla rete di Koke, contro un Malaga volenteroso ma troppo disorientato e frenetico. 

Malaga punito dagli avversari ancora una volta, al 73', quando Fernando Torres apre un altro pertugio, stavolta per Filipe Luis, che scavalca con un dolce pallonetto il portiere camerunese Kameni. Partita che potrebbe essere virtualmente chiusa, ma il Malaga trova diverse opportunità - anche importanti - con Sandro Ramirez, Llorente, e Santos che però non vengono realizzate (precisamente sono 5 i tiri in 7 minuti tra il 78' e l'85').

Un Atletico a sé rispetto a quello dell'era Cholista, un Atletico che vince senza mai però brillare. E' la quarta vittoria consecutiva, settima trasferta di fila senza sconfitte, ma i segnali sono tutt'altro che rincuoranti: martedì contro la Real Sociedad servirà sicuramente un'altra squadra, per cercare di spuntarla sul Siviglia di Sampaoli,  che con la vittoria odierna viene superato di 1 punto. Il Malaga dovrà sudare ancora per ottenere la salvezza, distante 6 lunghezze.