Quando una squadra vince, tutti, o quasi, dovrebbero essere contenti. Quasi tutti, appunto, perché nella vittoria di ieri del Barcellona contro il Valencia per 4-2 abbiamo visto una squadra straripante in attacco quanto ballerina (e anche tanto) in difesa. Ci ha pensato, poi, il solito Messi a togliere le castagne dal fuoco realizzando una doppietta ma Luis Enrique, in vista della fase calda della stagione, non può essere contento e forse dovrà rivedere il nuovo modulo, con le sue varianti tattiche, o mutare alcuni protagonisti.

Il primo tempo di ieri è stato l'esempio perfetto. Il Barcellona può utilizzare il 3-4-3 solo con squadre di basso rango, visto che raramente queste si affacciano dalle parti di Ter Stegen per effetto del predominio territoriale e del possesso palla dei blaugrana per la maggior parte della partita. Basta alzare un po' il livello dell'avversario e la difesa del Barcellona va completamente in tilt, ma tutto nasce dall'impiego degli uomini in questo 3-4-3. Iniesta e Rafinha possono fare tutto, ma non gli esterni di centrocampo ed un doppio lavoro, soprattutto per l'Illusionista, sarebbe deleterio visto che il Camp Nou è il campo più grande d'Europa.

Tanti, troppi spazi offerti ad un Valencia che ne ha approfittato solo due volte di cui una in inferiorità numerica: in quel gol sta tutta la disattenzione tattica del Barcellona, Orellana è libero di scappare dietro Rakitic con due terzi della difesa fermi, poi per Munir è un gioco da ragazzi. Sicuramente Lucho ci rifletterà in questa pausa e l'opzione più naturale sarebbe quella di tornare al 4-3-3 reintegrando Jordi Alba o restare al 3-4-3 cambiando totalmente gli esterni. 

Se la prestazione difensiva può lasciare qualche dubbio, l'attacco li compensa tutti, Messi e Suarez segnano tre dei quattro gol con Neymar rifinitore e autentico proiettile sulla fascia, non lo prendi mai. Alla fine, però, è sempre il numero dieci che toglie le castagne dal fuoco, realizzando il 25° gol in 25 partite di campionato che, sommati a tutti gli altri, fanno 41 gol in 40 partite stagionali con il Barcellona, mentre con la nazionale lo score è di 2 gol in 3 partite alla faccia di chi pensa che La Pulce non incida più come prima. Osservando una partita di Messi, con questo nuovo modulo, si può notare come il numero dieci copra più zone del campo e sia utile anche in fase di ripiegamento (un recupero su Orellana nel primo tempo conferma l'assunto).

In secondo luogo, non è solo goleador perché, il più delle volte, è lui ad iniziare l'azione spostandosi nel cerchio di centrocampo al posto di Rakitic, che spazia al limite dell'area per non dare punti di riferimento. E' un Messi a tutto campo quello che stiamo scoprendo quest'anno: segna (e questa non è una novità), imposta e sa essere utile anche in fase di interdizione. Bisogna anche aggiornare la contabilità della MSN che è arrivata ad 84 reti stagionali, il traguardo dei 100 gol per il terzo anno consecutivo è ormai ad un passo. Ora c'è la sosta in vista del rush finale, un periodo per riflettere, riorganizzare le idee e ritrovare la quadratura giusta per un Barcellona che, nel finale di stagione, ha bisogno di una sola faccia. Quella cattiva.