Una caduta quasi annunciata dopo l'incredibile notte di Champions League. Il Barcellona crolla dopo diciannove partite senza sconfitte in Liga e lo fa contro l'avversario che l'anno scorso era stato surclassato per 8-0 nella partita della rinascita. Un contraccolpo che ci può stare, anche se siamo nella parte decisiva della stagione, ma è una sconfitta meritata per gli uomini di Luis Enrique, che non sono mai scesi in campo con il solito piglio, molto fermi sulle gambe e impacciati in difesa, anche per via dell'enorme dispendio psico-fisico del match contro il Paris Saint Germain. Andiamo a vedere in maniera più dettagliata l'analisi della sconfitta dei Blaugrana.
Turnover inevitabile per Luis Enrique che cambia modulo, tornando al 4-3-3, e lascia fuori Umtiti, Iniesta, Rakitic e Neymar con Andre Gomes a centrocampo insieme a Denis Suarez. Già dalle prime battute si può notare che il Barcellona gioca sottotono, in maniera semplicistica, al cospetto di un Deportivo che aggredisce molto alto e non lascia tempo e spazio per ragionare a chi deve impostare l'azione, come i vari Busquets, Mascherano e Pique: un po' come ha fatto il Barcellona con il Psg, e si sa che poche volte i Blaugrana fanno partite di questo tipo, visto che il dominio territoriale e del pallone è sempre stato il piatto forte di Messi e compagni.
Poche sortite offensive e qualche lacuna difensiva fanno da cornice ad un primo tempo in cui il Barcellona crea e poco e concede il vantaggio ai padroni di casa, in una partita in cui l'assenza di Neymar si fa sentire in maniera notevole, visto che il Brasiliano è l'uomo più in forma dei Cules, che comunque trovano il pareggio all'alba del secondo tempo con il solito guizzo di Suarez. Sembra l'inizio di un'altra rimonta e un'altra vittoria, ma il Barcellona, paradossalmente, si spegne qui, con un Messi che poche volte abbiamo visto cosi sottotono. Anche per lui pesano le fatiche di Champions, visto che ha giocato in ruolo non suo lavorando molto anche in fase di interdizione.
La caratteristica dell'ultimo Barcellona di Luis Enrique è quello di essere intercambiabile, tanto che nel momento in cui entrano Rakitic ed Iniesta la squadra di Luis Enrique si schiera con un 3-3-4, con Messi che torna nella posizione centrale, rendendosi ancora più in ombra rispetto alle sortite precedenti. Se l'attacco non punge, la difesa fa peggio: alla mezz'ora, Jordi Alba si disinteressa della marcatura di Bergantinos, che di testa corregge in rete un calcio d'angolo dalla sinistra per il vantaggio. Non serve a nulla l'ingresso di Alcacer per cambiare le sorti di un match il cui destino era, forse, già scritto.
Nulla, però, è perduto per gli uomini di Luis Enrique visto che i punti da recuperare al Real Madrid sono 2 (potenzialmente 5) ed il calendario potrebbe aiutare i Blaugrana già dal prossimo turno, quando la squadra di Zidane farà visita al Bilbao, mentre i Cules ospiteranno il Valencia, in attesa del Clasico di aprile che potrebbe essere decisivo.