Luis Suarez si racconta a tutto tondo. L'attaccante uruguaiano, che ha segnato 25 reti in 35 partite quest'anno, ha rilasciato un'intervista molto significativa a "El Transitor", un programma in onda su Radio Onda Cero, trattando vari argomenti che hanno caratterizzato la sua vita calcistica e non, come l'avventura pazzesca a Barcellona, i suoi inizi a Salto, la sua vita privata e anche l'episodio del morso a Chiellini nel Mondiale 2014 con conseguente squalifica per 3 mesi dai campi di gioco. 

Suarez parla della sua dura infanzia in quel di Salto: "La gente pensa che sia facile la vita di un calciatore. In realtà ti fa perdere molte e cose e ti proibisce di farne altre. Mi sono pentito di non aver studiato da piccolo, essendo un genitore avrei potuto dare un esempio migliore ai miei figli, invece purtroppo non posso dar loro consigli su molte cose. Ho avuto un'infanzia complicata soprattutto per la separazione dei miei genitori quando avevo 8 anni. Non sono riuscito ad avere rapporti con mio padre, non mi ha potuto consigliare su nulla. Ho lavorato fin da piccolo con mio nonno, è stata lui la figura paterna che mi è mancata. Pensavo che sarei riuscito a fare tutto, ma ho avuto alcune difficoltà: poi mi ha aiutato uno psicologo".

Sugli inizi della parentesi blaugrana, una retroscena di mercato e la decisione di Luis Enrique"Ero molto piccolo quando arrivai a Barcellona le prime volte, vidi il negozio ufficiale del Camp Nou e pensavo che sarebbe stato fantastico giocarci e avere tutte quelle scarpe. Adesso regalo molte paia di scarpe, le mando soprattutto alle squadre giovanili in Uruguay. So che hanno diverse necessità. Ci sono stati dei contatti con il Real Madrid, ma quando si è inserito il Barcellona non ho avuto dubbi. Luis Enrique un po' ci ha sorpreso, sappiamo che il ruolo dell'allenatore è molto difficile e consiste in ore e ore di lavoro. Lui ha bisogno di staccare, è un genitore e i figli hanno un'età che è da godersi tutta in quanto padre".

Con il pareggio del Real Madrid la Liga si è riaperta con il Barcellona primo ed i Blancos secondi ma con un match da recuperare, Suarez la pensa cosi: "Un mese fa pareva un discorso chiuso. Adesso dipendiamo da noi stessi, pero è molto complicato". E sul rapporto con Messi e Neymar: "Noi tre ci troviamo molto bene perché nessuno è geloso dell'altro: Ney ci fa sempre ridere e Messi è semplicemente il giocatore più forte della storia. Un grande, non solo in campo ma anche fuori: la sua accoglienza quando sono arrivato è stata strepitosa".

Mercoledi ci sarà il ritorno con il Psg, un match quasi impossibile da recuperare dopo lo 0-4 dell'andata, ma non secondo Suarez: "Se questo club vuole fare la storia deve scendere in campo con la grinta e l'ambizione di ribaltare questi match. Se siamo stati capace di fare 4 gol al Bernabeu la scorsa stagione, possiamo farlo anche al Psg al Camp Nou." E infine la vicenda del morso a Chiellini: "Mi si può sanzionare, però proibirmi di andare a un evento sportivo è la cosa più ingiusta che ho dovuto subire. Non mi è stato nemmeno permesso di poter andare ad un allenamento di mio nipote. Mi ha fatto male, come mi hanno trattato. Ho sbagliato però sono un essere umano. Mia figlia sapeva tutto e mi chiedeva assieme a mio figlio come mai non giocassi, loro anche sapevano che avevo sbagliato".