Difficile stabilire se si tratti di crisi di gioco o di momento dovuto all'emergenza infortuni. Fatto sta che il Real Madrid di Zinedine Zidane, eliminato ieri dalla Copa del Rey (pareggio 2-2 a Vigo contro il Celta, dopo l'1-2 del Bernabeu), vive una fase delicatissima della sua stagione, attualmente preso di mira anche dalla stampa "amica". Diversi i nomi finiti sul banco degli imputati dei quotidiani di Madrid (AS e Marca, per intenderci): non solo giocatori, ma anche medici, preparatori atletici, e allenatore.
Già, perchè l'infermeria piena di Valdebebas sta causando un attacco di panico di proporzioni notevoli. Non è la prima volta che i merengues si presentano ai blocchi di (ri)partenza di gennaio con le gomme sgonfie. Era già accaduto lo scorso anno, quando proprio Zidane decise (il Real era fuori dalla Copa per il pasticciaccio di Cadice) di riprogrammare la preparazione, affidandosi all'italiano Antonio Pintus. Ancora fresco il ricordo della seconda e ultima stagione di Carlo Ancelotti sulla panchina del Bernabeu, quando un primo quadrimestre da sogno fu vanificato da una seconda metà di temporada caratterizzata da infortuni e problemi fisici. Ora la storia si ripete, con il timore di non portare a casa titoli in primavera, con l'ombra del Barcellona (e del Siviglia) in Liga, e del Napoli in Champions League. Ecco perchè adesso anche Zidane è finito nell'occhio del ciclone. Le sue scelte di modulo e giocatori stanno facendo parecchio discutere a Madrid, dove passare da fenomeno a incapace è roba di giorni, se non di ore. Al tecnico viene rinfacciato di stare puntando oltre ogni logica su Karim Benzema, in vistoso calo di condizione e divenuto quasi corpo estraneo alla squadra, di aver confuso i suoi giocatori con un paio di passaggi di troppo alla difesa a tre (come a Siviglia nel k.o. di campionato), e di continuare ad operare cambi in ritardo nella lettura delle partite. A sua difesa, Zizou ha l'attenuante infortuni: senza Bale (uomo chiave, ormai dimenticato), James Rodriguez, Pepe, Carvajàl, Marcelo (ieri anche Varane e Modric), a tirare la carretta sono i soliti noti, da Sergio Ramos a Casemiro, da Toni Kroos a Cristiano Ronaldo. Un Ronaldo irriconoscibile (al di là della punizione capolavoro di ieri al Balaidos), per mancanza di brillantezza e coinvolgimento nel gioco di squadra, con un atteggiamento in campo che di certo non aiuta a risolvere i problemi dei blancos.
C'è poi la questione infortuni. E anche stavolta, le diverse lesioni muscolari capitate ai giocatori del Madrid (Marcelo, Isco, James, Modric, Carvajàl, in precedenza Lucas Vazquez e Kovacic), stanno coinvolgendo non solo lo staff dei preparatori, ma anche quello sanitario. Nel mirino c'è la figura del famigerato e discusso dottor Olmo, tornato agli onori della cronaca per la decisione di alcuni elementi della rosa di cercare di recuperare dagli infortuni rivolgendosi ad altri specialisti, in alcuni casi ex dipendenti della Casa Blanca. E il ragionamento che viene fatto dalla stampa è il seguente: cambiano i preparatori atletici (nel mezzo c'era stata anche la gestione Rafa Benitez), ma il problema rimane irrisolto. Nascono così i sospetti sulle capacità di relazionarsi con i giocatori dello staff medico del Madrid. Perchè ormai il punto numero dell'ordine del giorno dalle parti di Chamartin è quella relativa agli infortuni, in un circolo vizioso che comporta negatività e stanchezza. E' quindi complicato distinguere l'aspetto atletico da quello tecnico: troppo brutti per essere veri i vari Ronaldo e Benzema, troppo perforabile e slabbrato tra i reparti il Real per essere quella corazzata capace di battere i record di Spagna con quaranta vittorie senza sconfitte. E, come spesso accade in questi casi, il calendario non aiuta, se è vero che domenica sera al Bernabeu arrivano i caldissimi baschi della Real Sociedad di Eusebio Sacristàn. Squadra in salute e a quota 35 punti in classifica, gli stessi dell'Atletico Madrid. Una settimana dopo altra trasferta al Balaidos di Vigo, contro il Celta di Berizzo, che nei tre precedenti stagionali ha già dimostrato di sapere mettere in difficoltà i merengues. Ecco perchè a Zidane non resta che sperare di recuperare qualcuno dei suoi giocatori più rappresentativi (Modric e Varane i primi della lista) per tamponare l'emorragia di risultati, e poi di provare a ricompattarsi in vista della Champions e del recupero di Liga (a Valencia, l'8 febbraio). Spingersi troppo oltre, in queste condizioni, potrebbe essere troppo tardi.