Non si può certo nascondere che a Valencia erano abituati a vedere grande calcio, con il conseguente raggiungimento degli obiettivi. Da qualche anno, però, i risultati e le prestazioni sono piuttosto deludenti: la passata stagione la squadra partì con grandi ambizioni, ma a fine campionato non riuscì ad ottenere nemmeno la qualificazione in Europa League, classificandosi al dodicesimo posto e con una ventina di punti di distanza dalla zona europea. Quest'anno il trend è molto simile e i tifosi inziano ad essere stufi di questa situazione.
La squadra è strutturalmente una delle più forti del campionato. Non paragonabile a Barcellona e Real Madrid, ma nel famoso gruppetto delle outsider ci sta ampiamente ed ha tutte le carte in regola per dire la sua nelle posizioni alte di classifica. Purtroppo tutto ciò non è reale, è solamente un dato statistico, perchè la squadra, così come la società, è in grande confusione. In questo momento la classifica parla di un misero sedicesimo posto, con 12 punti conquistati in 14 giornate, con una difesa facilmente scardinabile - 26 goal subiti - e un attacco che spesso è mancato nonostante due pedine affidabili come Nani e Rodrigo, abbinate a giovani molto interessanti come Munir, Santi Mina e Bakkali.
Quel che preoccupa di più sono soprattutto stabilità e idee della società, apparsa piuttosto assente e incerta in diverse situazioni. Basti pensare che il magnate singaporegno Peter Lim ha avuto l'"onore" di ammirare ben cinque cambi d'allenatore (lui detiene il 70% del club dal maggio 2014). Da Pizzi a Espirito Santo, passando per Neville e Pako Ayèstaran, con quest'ultimo esonerato dopo sei giornate di campionato per far spazio a Cesare Prandelli.
In 30 anni di Liga, il Valencia ha vinto tanto e conquistato i cuori di ogni sportivo, viste le straordinarie imprese anche sul terrritorio internazionale. Adesso, però, non è il momento di guardare al passato, perchè di fronte c'è una stagione da raddrizzare. La squadra è stata costruita male, con acquisti di calciatori talentuosi ma che non erano adatti alle esigenze dei rispettivi allenatori. L'obiettivo del "nostro" Prandelli sarà quello di riformare la squadra soprattutto sotto l'aspetto psicologico e, successivamente, dare un'idendità di gioco. Con la dovuta fiducia e pazienza i risultati arriveranno, ma è una questione che richiederà del tempo.