Sei punti di differenza dopo tredici giornate sono un'enormità, specialmente in un campionato dove vince chi riesce a perderne meno per strada. Questo ci ha insegnato la Liga, questo ci hanno insegnato Barcellona e Real Madrid - tra le altre cose, ad esempio che perdere punti in uno scontro diretto fa doppiamente male. Ecco perchè il Clàsico non è una partita come le altre, perchè l'orgoglio vuole sempre la sua ampia fetta, ma quella minore rappresentata dalla classifica è, in certi casi, la più gustosa. Questa torta però non si divide, e può avere un solo destinatario per la consegna finale. Fuga, speranza o distanze invariate. Tanto, se non tutto, in novanta minuti che, alla quattordicesima giornata, potrebbero lanciare un messaggio.
I precedenti
Duecentosessantaquattro, and counting. Tanti sono i precedenti a livello storico della Sfida, infinita se ce n'è una. I catalani possono vantare dodici vittorie in più dei rivali, per quanto possano contare: il totale è di 109 a 97, con 58 pareggi, a dimostrazione di quanto una X lasci sempre e comunque l'amaro in bocca a due squadre che giocano l'una contro l'altra sempre e solo per La vittoria.
L'ultimo precedente in assoluto è proprio del Camp Nou, risale all'anno solare in corso: a sorpresa Zidane espugnò il fortino di Lucho, ringraziando Benzema e Cristiano Ronaldo per aver firmato la rimonta sul gol di Piqué. Futile aggiungere che la tradizione, in ogni caso, si cancella al fischio d'inizio.
Qui Sant Joan Despì
Questi sono tempi duri, non lo si può negare - direbbe, tra gli altri, Rufus Scrimgeour - in casa Barcellona. Il pareggio dell'Anoeta, campo ostico per definizione per i catalani, ha messo in luce una serie di difficoltà di natura fisica impossibili da trascurare. Una squadra sulle gambe, stanca e a tratti povera di idee, esclusi i tre hombres in avanti, unico appiglio per ottenere un pareggio contro la Real Sociedad. Il rientro di Iniesta, recuperato in extremis, è manna dal cielo per Luis Enrique: l'illusionista sarà in campo, occupando la sua posizione di centro-sinistra, con Rakitic opposto e Sergio Busquets per equilibrare.
La situazione difensiva, davanti a ter Stegen, non è del tutto ottimale, essendo Piqué e Jordi Alba usciti malconci dalla partita di San Sebastiàn, ma abili e arruolabili nonostante non siano al 100%. Preoccupa per altre ragioni invece Sergi Roberto, unica alternativa credibile a destra ma sempre meno convincente nelle prestazioni. L'unica certezza della linea arretrata è Mascherano, mentre davanti le garanzie si triplicano con i soliti noti Messi, Suarez e Neymar.
Qui Valdebebas
Se Atene piange, Sparta non ride, almeno sotto il profilo fisico. La lista di assenti annovera nomi eccellenti quali Bale, Morata, Kroos, Danilo e Coentrao. La buona notizia è il rientro di Casemiro nella lista dei diciannove convocati, ma difficilmente il brasiliano potrà scendere in campo, essendo rientrato in gruppo da pochissimi giorni. Zidane dovrebbe varare il 4-2-3-1, con il trequartista che potrebbe essere più un terzo di centrocampo, a seconda dell'atteggiamento tattico: la scelta dovrebbe ricadere su Isco, mentre Lucas Vazquez farà le veci di Bale sulla destra, accompagnando Cristiano Ronaldo a sinistra e la punta centrale Karim Benzema.
In mediana il perno è ovviamente Modric, la variabile Mateo Kovacic, nel momento migliore forse della carriera e con l'occasione di mostrarlo in mondovisione. La linea a quattro davanti a Keylor Navas non dovrebbe riservare grosse sorprese: al fianco di Sergio Ramos sembra sarà Varane il prescelto, con Carvajal e Marcelo ad occupare le corsie.
Zidane va alla caccia della trentatreesima gara consecutiva da imbattuto, puntando al record di 34 di Beenhakker, mentre Luis Enrique cerca rivalsa e nuova linfa per revitalizzare una squadra che al momento è la copia sbiadita di quel Barcellona spettacolare a cui siamo stati abituati. Tutte le risposte si avranno alle 16.15, quando Clos Gomez fischierà l'inizio dell'unico e inimitabile Clàsico.