Carlo Ancelotti ha vinto in qualsiasi posto sia stato: Italia, Inghilterra, Francia e Spagna. Ora è in Germania, al Bayern Monaco, dove cercherà di ripetere i trionfi passati. Data la sua esperienza, chi meglio del tecnico di Reggiolo può inquadrare la situazione tra campo, panchine e scrivanie, a cominciare dall’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, con il quale si intravede una similitudine, avendo allenato e vinto entrambi, seppur trofei differenti, con Milan prima e Juve poi: "Ho sentito fin troppe critiche ingiuste nei suoi confronti, ora non siamo al top noi e non lo è la Juventus, ma non lo sono neppure Barcellona, Real Madrid, Manchester City. Credo che siamo in sette club a lottare per la Champions': noi, la Juventus, il Barcellona, il Real Madrid, l'Atletico, il Manchester City e il Psg. Sorteggio? Sempre meglio arrivare primi. Se firmerei per una semifinale con la Juventus? Sì, firmerei per arrivare in semifinale, quindi anche contro la Juventus".
Tra i bianconeri ed il Bayern Monaco ci sono stati diversi intrecci negli ultimi due anni, tra campo – ottavi di finale di Champions’ League 2015-16 – e mercato, con trattative che hanno coinvolto Vidal, Coman e Benatia. Sul francese, ancora in prestito in Baviera, Ancelotti dice: "Dove sarà il suo futuro? Al Bayern. Tutti noi contiamo molto su di lui. Non c'è possibilità che ritorni alla Juve". Sul difensore marocchino che ha fatto il percorso opposto: "Abbiamo soddisfatto il desiderio del ragazzo, che voleva tornare in Italia, dove aveva giocatori su ottimi livelli con Roma e Udinese. Sul fatto che Medhi sia bravissimo non ho mai avuto dubbi".
Sul cileno invece pensa: "E' uno di quelli che mi ha sorpreso di più: è un ragazzo simpatico, schietto e di grandissima personalità. E' ancora molto legato alla Juventus, mi parla sempre dei bianconeri. Se possa tornare a Torino in futuro non lo so, non ne abbiamo mai parlato. Io sono convinto che resterà con noi ancora a lungo. E soprattutto me lo auguro perché è un giocatore importante".
Una battuta anche sul Milan e su Galliani, con il quale ha condiviso tante gioie, che a breve lascerà i rossoneri e che quindi sarebbe libero di trasferirsi, magari proprio a Monaco: "Io devo scegliere i giocatori, non i dirigenti. Resta il fatto che Galliani, grazie alla sua intelligenza e professionalità, ha fatto la storia del Milan con Berlusconi".
Sul fronte giocatori, Ancelotti ha parole d’elogio per Higuaìn, Lewandoski, Dybala e Neymar: "Higuaìn non riuscii a convincerlo a restare a Madrid, voleva giocare con continuità e scelse Napoli. Gonzalo è il miglior centravanti assieme a Suarez e Lewandowski. Non è importante che segni tanto come a Napoli. Conta che giochi con e per la squadra, i gol sono la conseguenza. Il polacco è un giocatore serio. Non il tipo che si mette a fare battute, seppur abbia ottime relazioni all'interno dello spogliatoio. Sta facendo molto bene, è impressionante. E' una bandiera del Bayern, mi sembra difficile che possa venire in Italia".
Sulla Joya e O Ney: "Possono essere gli eredi di Cristiano Ronaldo e Messi. Dybala è unico, non si può paragonare ad altri giocatori del passato. E' davvero un attaccante moderno: al talento abbina corsa e dinamismo. Può fare la storia della Juventus per i prossimi 10 anni".
Una considerazione anche per uno dei migliori talenti italiani, Marco Verratti: "Lui alla Juve? Prendere i giocatori da un top club come il Psg è dura, avete visto anche come è andata a finire con Matuidi. E poi la Juve ha Pjanic, quindi non credo che gli serva Verratti".
Chiusura dedicata a Lionel Messi: "E' un talento incredibile, un bene per il calcio. Lo vedo come un grandissimo calciatore. Se capiterà di allenarlo, sarò contento. Ma in caso contrario non mi strapperò i capelli".
Fonte Tuttosport.