Momento difficile per il Real Madrid, il terzo pareggio consecutivo contro l'Eibar, dopo quelli con Villarreal e Las Palmas, ha permesso all'Atletico di raggiungere i Blancos in cima alla classifica, in una Liga fino ad ora equilibrata più che mai, con le due madridiste in testa appaiate a 15 punti, con il Siviglia dietro a 14 sorprendentemente davanti al Barcellona, a 13 insieme al Villarreal, e poi l'Athletic Bilbao a 12.
Non è ciò che ci si aspettava dalle parti del Bernabeu ad inizio anno però, i tre pareggi di fila hanno messo in seria difficoltà l'allenatore Zinedine Zidane, che già la settimana scorsa era stato costretto ad esprimersi sul problema del blocco del mercato delle Merengues, manifestando numerose perplessità, nonostante comunque il problema del mercato dei contratti nelle giovanili sia una questione molto comune in Spagna, e ne avevano fatto le spese in passato anche Atletico Madrid e Barcellona. Stavolta l'allenatore francese parla di sè e del suo futuro sulla panchina del Real. Una panchina che tutti sanno essere sempre molto calda e poco stabile: come dimenticare la cacciata di Vicente Del Bosque dopo due Champions League vinte, per non essere riuscito a portare a casa la terza in quattro anni, quando Zizou vestiva proprio la maglia del Real; oppure quella di Fabio Capello, mandato via da neo-vincitore della Liga perché il suo gioco non soddisfava la dirigenza; fino ad arrivare a Carlo Ancelotti, cacciato senza troppi problemi dopo il secondo posto in campionato e la semifinale di Champions, nonostante l'anno prima avesse conquistato l'ambita décima per i Blancos. Zidane sa bene che la dirigenza di Florentino Perez non ha mai manifestato eccessiva tolleranza per questi periodi "no", ed è lo stesso ex-campione francese a parlarne ai microfoni di Fox Sport:
“Non ho paura di essere licenziato, anche perché so che prima o poi succederà. Mi godo fino in fondo il momento, ho avuto un’incredibile opportunità e sono felice di fare ciò che faccio. Mi piace il mio lavoro, che non è sempre semplice, ma voglio imparare e migliorare. Lavorare con questi grandi giocatori mi consente di apprendere qualcosa ogni giorno, e io sono totalmente concentrato alle cose di campo. La cosa che conta di più per me sono gli allenamenti, perfino più delle partite. Abbiamo un gruppo eccezionale, sia quando vinciamo che quando perdiamo, sono tutte brave persone. La cosa più importante è trovare soluzioni ai problemi, e io le troverò. Non è una situazione catastrofica, anche se non dobbiamo sottovalutare nulla. Non credo sia un problema fisico, ma di approccio alla partita. È qualcosa di psicologico e dobbiamo capire cosa”.
Uno Zidane, seppur consapevole della situazione in cui si trova, convinto e determinato nel cercare di dare tutto se stesso fino all'ultimo, nella speranza di uscire dalla mini-crisi che sta attraversando la sua squadra e di poter sedere ancora a lungo sulla panchina madrilena.